È un vertice a Villa Certosa, residenza in Sardegna di Silvio Berlusconi, a sancire la comune strategia del centrodestra di governo nel corso della crisi di governo innescata dal ‘no’ alla fiducia del Movimento 5 Stelle e alle successive dimissioni del premier Mario Draghi, respinte da Mattarella, che ha costretto l’ex numero uno della Bce a ‘parlamentarizzare’ la crisi andando mercoledì alle Camere.

Dal faccia a faccia emerge una legislatura che sembra ormai agli sgoccioli. L’ultimatum proposto sabato sera da Giuseppe Conte al suo successore, ovvero dare “risposte chiare” sul documento in nove punti consegnatogli nei giorni scorsi e contenente le “urgenze” grilline, senza le quali i 5 Stelle “non potranno condividere una responsabilità diretta di governo”, spinge Salvini e Berlusconi sempre più verso il voto.

Dichiarazioni, quelle di Conte, che confermano “la rottura di quel ‘patto di fiducia’ richiamato giovedì dal presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni”, spiega una nota diffusa dai due alleati dopo l’incontro in Sardegna. 

I due ribadiscono quindi che è “da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 Stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità“.

Ma il passaggio chiave è quello successivo, che sicuramente farà piacere a Giorgia Meloni, alleata ma fuori dalla maggioranza di governo. I due leader di Forza Italia e Lega si dicono infatti “pronti a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini“.

Salvini e Berlusconi che però, stando ai sondaggi, si ‘consegnerebbero’ di fatto nella mani della stessa Meloni, data in costante ascesa e nettamente in vantaggio nella guerra intestina all’alleanza.

Il faccia a faccia tra i due era previsto in un primo momento per domani, sempre a Villa Certosa, ma le ultime novità in casa 5 Stelle, con le dichiarazioni di Conte sabato sera, hanno spinto Berlusconi e Salvini ad anticipare il tutto per arrivare a mercoledì, quando Draghi parlerà alle Camere, con una strategia comune del centrodestra di governo. I due si erano sentito al telefono anche ieri per confermare “piena sintonia di vedute”, rinnovando l’asse ta i due partiti.

Lega che, almeno ufficialmente, mostra unità di intenti anche al suo interno, nonostante le note diatribe tra lo stesso segretario Salvini e l’ala più governista del Carroccio, capitanata dal numero due del partito Giorgetti e dai governatori del Nord come Zaia e Fedriga. In una nota del partito infatti si riferisce che Salvini “ha parlato a lungo con i dirigenti della Lega, al telefono e in videocollegamento, per fare il punto della situazione politica e per aggiornarli dopo l’incontro con Berlusconi in Sardegna“.

Redazione

Autore