Missili russi su Leopoli, la città dell’ovest dove molti ucraini (anche residenti in Italia) sono tornati perché dicevano di sentirsi al sicuro lì. Cinque missili lanciati ieri mattina. Uno caduto accanto alla stazione centrale, quella linea ferroviaria è uno snodo molto importante di tutto il traffico occidentale ed è crocevia di migliaia di profughi. Il primo bilancio è di sette morti e undici feriti, fra i quali un bambino. L’ultimo attacco missilistico su Leopoli aveva riguardato un deposito di carburante che aveva distrutto in parte anche una scuola e un palazzo residenziale. L’offensiva è scatenata sull’Oriente dell’Ucraina, colpita ieri anche Kharkiv riferiscono testimoni dell’Associated press. Lo scopo è ancora riuscire a prendersi tutto il Donbass assicurandosi un corridoio di terra al sud che arrivi fino alla città di Odessa e al suo porto tagliando fuori così l’Ucraina dai suoi principali sbocchi al mare.

Attacchi anche a Dnipro, l’invasione russa avanza nella regione di Lugansk. Nessun accordo tra Mosca e Kiev per corridoi umanitari. Quattro civili uccisi a colpi d’arma da fuoco e uno ferito mentre provavano a fuggire dalla città di Kreminna, nella regione ucraina di Luhansk. Lo riferisce il capo della regione, Serhiy Haidai, e lo riporta la Bbc. Secondo Haidai, l’esercito russo avrebbe aperto il fuoco sui civili che provavano a lasciare in auto la città. Zelensky dice: “Mosca prepara l’attacco che scatenerà a breve”. E insiste nel suo modo: “Ogni ritardo nelle forniture delle armi da parte dell’Europa è come un permesso a Putin per uccidere”. Ha annunciato di aver fatto i passi burocratici necessari a chiedere l’ingresso nella Ue. Sempre più drammatica intanto la situazione a Mariupol. Scaduto l’ultimatum russo, nessuno risulta essersi arreso, ma le truppe filorusse hanno annunciato la morte del comandante dei marines asserragliati in città. Un gruppo per i diritti umani della Crimea ha denunciato che i militari russi avrebbero portato via con la forza dalla città circa 150 bambini, 100 dei quali erano ricoverati in ospedale, per portarli “nel Donetsk occupato e nel Taganrog russo”.

Notizie su Mariupol arrivano anche di rimbalzo da Roma. L’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, ha twittato: «Il Comandante dei marines a Mariupol Serhij Volyna ha scritto una lettera a Papa Francesco chiedendogli di salvare la popolazione della città sotto assedio. “Sono sicuro che Lei non abbia visto cosa stia accadendo. È l’inferno sulla Terra. È il momento di aiutare, e non solo con le preghiere. Salvi le nostre vote dalle mani di Satana”». Il maggiore Serhiy Volyna viene indicato come a capo del reparto dei marines dai media ucraini da mercoledì. Prima di lui, al suo posto c’era guidata da Volodymyr Baranyuk, che secondo Mosca è stato ucciso a Mariupol prima di Pasqua. L’esercito di Mosca ha fatto prigionieri due britannici che combattevano come volontari per Kiev. I due uomini sono comparsi sulla tv russa e hanno lanciato un appello in cui chiedono di essere scambiati con Victor Medvedchuk, l’oligarca amico di Putin e capo dell’opposizione ucraina che ha già lavorato su mandato ucraino come mediatore durante l’occupazione della Crimea e che è stato arrestato dai servizi ucraini giorni fa, su di lui pende l’accusa di tradimento. A Medvedchuk prigioniero, intanto, sarebbe stato chiesto o consentito di lanciare a sua volta un appello, su Telegram, rivolgendosi a Zelensky e a Putin: propone di essere liberato in cambio di alcuni soldati o residenti di Mariupol catturati.

«Chiedo di farmi scambiare dalla parte ucraina con i difensori di Mariupol e i suoi residenti che stanno lì e non hanno possibilità di uscire in sicurezza attraverso i corridoi umanitari», dice lui in un video nel quale risultano molti tagli e operazioni di montaggio. Nei giorni scorsi sua moglie, Oksana Marchenko, nota conduttrice televisiva, aveva indirizzato a Zelensky e al presidente turco Erdogan un appello video nel quale definiva suo marito «un puro e semplice prigioniero politico che ha sempre agito alla luce del sole senza violare alcuna legge». Propaganda russa in tilt sull’effetto delle sanzioni. Vladimir Putin ha dovuto dire che la situazione economica in Russia «si sta stabilizzando», così come l’inflazione. Le sue dichiarazioni, rilanciate da Reuters prima e dall’agenzia russa Tass dopo, sembrano essere una risposta a quanto detto alla Duma, il parlamento russo, dalla governatrice della Banca centrale di Mosca, Nabiulina. Le sanzioni «cominciano a colpire l’economia russa» e non più solo il mercato finanziario, ma anche la vita quotidiana aveva detto lei. «Il periodo in cui l’economia può vivere sulle scorte è limitato», la banca centrale non «proverà ad abbassare l’inflazione a ogni costo perché questo limiterebbe l’adattamento dell’economia» alla nuova situazione caratterizzata dalle sanzioni. La Russia deve affrontare «nel secondo trimestre e nell’inizio del terzo», «cambiamenti strutturali della sua economia» a seguito delle sanzioni, cambiando il suo «modello di business» perché «è finito il tempo in cui l’economia può vivere di riserve».