L’operazione “scoiattolo” messa in piedi da Vittorio Sgarbi e Silvio Berlusconi si è fermata, con le speranze del Cavaliere di poter correre per il Quirinale che sembrano ormai essersi ridotte al lumicino. A confermarlo è lo stesso critico d’arte e deputato, che da settimane si è trasformato nel “centralinista” di Berlusconi, alla ricerca dei circa 50-60 voti che consentirebbero l’elezione al Colle.

Sgarbi lo ammette candidamente in un colloquio radiofonico a “Un giorno da pecora“, su Radio 1. Una vicenda che il deputato definisce “molto malinconica”, con Berlusconi che ieri sera “era abbastanza triste”, racconta Sgarbi. Al momento infatti “l’operazione ‘scoiattolo’ si è fermata. Lui potrebbe tornare a Roma domani ma, se anche su 110 chiamate che dovremmo fare ci rispondessero la metà, non sarebbe sufficiente”, è il rapido calcolo di Sgarbi che chiude così le porte ai sogni del Cavaliere.

Berlusconi che, svela il deputato, “è rimasto a Milano”, mossa che Sgarbi associa ad una pausa di riflessione del leader di Forza Italia che starebbe pensando “se c’è una via di uscita onorevole“.

Berlusconi nuovo kingmaker?

Non solo. Sempre Sgarbi guarda già avanti e da ‘consigliere’ del Cav. gli suggerisce anche di “cercare un altro nome già oggi”. Una via d’uscita “con un nome che sia gradito a lui, come ho io detto oggi, forse Mattarella”.

Il problema – ha aggiunto Sgarbi – non è che Salvini voglia anche lui realisticamente cercare un altro nome. Il problema è che il nome sia condiviso e magari proposto da Berlusconi. Dall’inizio, gli ho detto: ‘Di’ il nome di Draghi e li metti nell’angolo. Vuoi dirne un altro? Cercane uno che metta nell’angolo gli altri’. Io credo che lui, se ha una capacità di autotutela, entro domani deve cercare un nome nuovo“.

Berlusconi che secondo il ‘centralinista’ Sgarbi “preferisce Mattarella, questo lo so. Draghi proprio non lo preferisce. È una mia strategia ma non la preferisce lui. È la strategia che unisce me prima di questa vicenda e Gianni Letta“, ha sottolineato ancora Sgarbi. Sul nome di Mattarella “dovrebbe però trovare d’accordo gli altri della coalizione. Non lo vogliono gli altri? Non lo so, non ho parlato con Salvini. Ma se 450 votassero Mattarella, diventa una massa abbastanza inquietante e a quel punto poi trascini gli altri. Tu dai un nome sul quale poi trascini gli altri: questo è vincere l’elezione“.

Forza Italia furiosa

Parole, quelle di Sgarbi, che provocano un incidente diplomatico dentro Forza Italia. Durissima infatti la reazione di Antonio Tajani, coordinatore del partito azzurro, che non nasconde l’irritazione per le parole del critico d’arte.

Lui non è il portavoce di Silvio. Sgarbi risponde a sé stesso, sicuramente non parla a nome del Cavaliere“, replica stizzito Tajani alle dichiarazioni radiofoniche del deputato. Secondo Tajani infatti nessun dirigente azzurro “ha mai detto che il partito uscirebbe dal governo se Draghi dovesse salire al Quirinale: noi diciamo una cosa diversa, c’è ancora bisogno di un governo di unità nazionale per combattere e sconfiggere la pandemia e senza Draghi sarebbe difficile andare avanti” con questo impegno perché “non c’è una personalità come lui“.

L’ottimismo del Cavaliere

Berlusconi che però, come appreso dall’Ansa, si sarebbe detto “ottimista” sulla questione Quirinale, pur non avendo ancora deciso di sciogliere la riserva. “Non deluderò chi mi ha dato la fiducia”, avrebbe risposto così a diversi parlamentari di Forza Italia che che per tutto il giorno hanno telefonato ad Arcore per sapere se l’ex premier avesse deciso di non dare la disponibilità a candidarsi per la presidenza della Repubblica rinunciando alla corsa.

Non solo. Diversi esponenti del partito hanno anche raccontato che Berlusconi ha ripreso a fare una serie di telefonate ai parlamentari per capire la disponibilità nei confronti di una sua candidatura al Colle, la cosiddetta “operazione scoiattolo”. 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia