“Se Maradona avesse giocato nella Juventus, non solo avrebbe potuto vincere molto di più, ma forse oggi sarebbe ancora qui”. Parola di Antonio Cabrini, ex terzino della Juventus di cui fu una bandiera negli anni ’70-80, poi campione del Mondo con la Nazionale nel 1982.

Cabrini infatti non ha dubbi sul ruolo che avrebbe avuto l’ambiente nel ‘salvare’ il più famoso numero dieci al mondo da una vita fatta di colpi di genio e di follia. “Maradona è stato il meglio e il peggio allo stesso tempo, come tanti fuoriclasse”, spiega Cabrini in una intervista rilasciata all’emittente Irpinia Tv, sottolineando come se Diego avesse scelto la ‘Vecchia Signora’ il suo destino sarebbe potuto essere diverso.

“Sì, sarebbe ancora qui perché l’ambiente lo avrebbe salvato. Non la società, ma proprio l’ambiente. L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto malato”, spiega nell’intervista concessa all’emittente irpina.

Cabrini poi riconosce la grandezza infinita del campione Maradona, capace di trascinare il Napoli alla vittoria di due Scudetti, una Coppa Uefa, due Coppa Italia e una Supercoppa. Ricordando in particolare il Mondiale del 1982, Cabrini sottolinea come Diego “era una leggenda vivente, era imprendibile, immarcabile e Bearzot decise di affidarlo a Gentile. Ma fu comunque un lavoro di squadra, dovemmo tutti dedicarci a lui perché se soltanto gli lasciavi toccare la palla, non lo riprendevi più. Bearzot arrivava a dirci scherzosamente: inseguitelo anche in bagno!”.

Spazio poi all’eterno dibattito su Maradona e Pelè: “Non si possono fare paragoni – spiega – perché fanno parte di due periodi diversi, ma la cosa che li accomuna è il fatto che entrambi avevano una visione del calcio che andava oltre ogni tecnica e ogni logica calcistica. Avevano un talento, una genialità innata che andavano oltre il lavorare sodo o l’allenarsi. Questo li ha resi dei veri e propri eroi”.

IL DIETROFRONT – All’Ansa l’ex giocatore della Juventus ha corretto il tiro: “Il mio non era un giudizio morale, ma sull’energia di una città che non poteva contenere tutta questa passione, le mie parole sono state travisate. Ho pensato che l’ambiente ovattato nel quale ho vissuto alla Juve l’avrebbe protetto. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso” conclude Cabrini.

Redazione

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