La Commissione istituita dalla ministra
Cartabia punta su tre campani per rendere il carcere più umano

Ci sono anche magistrati, dirigenti e medici campani tra i componenti della Commissione voluta dalla ministra Marta Cartabia e annunciata all’indomani dei tragici fatti di Santa Maria Capua Vetere, cioè dei pestaggi di detenuti avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere e per i quali sono indagati agenti e vertici della polizia penitenziaria. Ai componenti della Commissione è stato assegnato il non facile compito di individuare nuovi profili normativi e operativi per cambiare l’assetto dell’attuale sistema penitenziario, un assetto che in questi anni ha dimostrato di non essere più in grado di garantire una pena che non sia soltanto punizione o privazione ma anche, come prevede la Costituzione, rieducazione e reinserimento sociale. I tredici componenti della Commissione sono stati scelti tra magistrati, dirigenti e vertici dell’amministrazione e della polizia penitenziaria. I componenti campani sono Gianluca Guida, Raffaello Magi e Giuseppe Nese.
Gianluca Guida è il direttore dell’istituto penale per i minorenni di Nisida. Dirige il carcere minorile dal 1999 ed è direttore del Centro europeo di studi sulla devianza e il disagio giovanile e collabora, come docente, con diverse università nel settore della devianza e del diritto minorile. A lui sarà richiesto un contributo finalizzato soprattutto ad analizzare le criticità del mondo penitenziario che riguarda i minorenni e individuare eventuali possibili interventi per risolvere i problemi più urgenti. E con un occhio alla formazione del personale che lavora all’interno degli istituti penitenziari, in particolare in quelli minorili.
Nel decreto firmato dalla ministra Cartabia c’è infatti un passaggio che punta chiaramente l’attenzione sulla formazione del personale penitenziario. Formazione che non a caso è stata tra gli argomenti centrali anche quando la guardasigilli è stata in visita, a luglio scorso, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: formazione della polizia penitenziaria, formazione degli educatori, formazione del personale che lavora a contatto con i detenuti. «La Commissione affronterà altresì anche la questione dei bisogni formativi che interessano le diverse professionalità dell’amministrazione penitenziaria e dell’amministrazione della giustizia minorile e di comunità», si legge nel decreto con cui Cartabia ha istituito la Commissione.
Ne farà parte anche il giudice Raffaello Magi, attualmente consigliere della Corte di Cassazione. In magistratura dal 1993, Magi è stato giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, giudice a latere in Corte di Assise, presidente del collegio per l’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali. Il suo nome è spesso associato alla sentenza Spartacus, la prima sul clan dei Casalesi e della quale è stato estensore, ma nella sua esperienza ha anche incarichi come docente presso alcune università, relatore presso la Scuola superiore della magistratura, componente di Commissioni ministeriali e del gruppo di attuazione del protocollo stipulato tra la Cassazione e la Corte europea dei diritti dell’uomo.
Al tavolo tecnico della Commissione voluta dalla Cartabia ci sarà, inoltre, Giuseppe Nese. Psichiatra, direttore dell’unità per la tutela della salute in carcere dell’Asl di Caserta, Nese è coordinatore del gruppo regionale per la tutela della salute mentale in carcere e per la prevenzione e la gestione delle Rems. Una materia estremamente delicata, un ambito nel quale più volte i garanti hanno richiesto maggiore attenzione e maggiori interventi. Perché garantire la salute in carcere è sempre più difficile, quella mentale ancora di più. La pandemia ha aggiunto criticità a criticità, arrivando a rendere il carcere un inferno per chi è recluso e per chi vi lavora. Le carceri scoppiano e non c’è più tempo per rimandare cambiamenti coraggiosi. I lavori della Commissione si concluderanno, secondo quanto previsto dal decreto, il prossimo 31 dicembre.
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