Il caso
Caso Cesaro, il tribunale dice no alle intercettazioni a strascico
Le conversazioni telefoniche e ambientali, quelle intercettazioni che gli inquirenti avevano indicato al cuore delle accuse, non entreranno nel processo sulla presunta corruzione che sarebbe servita, sempre secondo l’ipotesi dell’accusa, ad agevolare la campagna elettorale di Armando Cesaro come candidato al Consiglio regionale della Campania nel 2015. Il giudice Agostino Nigro, della sezione monocratica del Tribunale di Napoli Nord dinanzi alla quale si svolge il processo, ha dichiarato inutilizzabili le intercettazioni, accogliendo l’eccezione sollevata dal professor Alfonso Furgiuele e dall’avvocato Michele Sanseverino, difensori di Cesaro.
La difesa aveva contestato la validità di quelle intercettazioni come fonte di prova nel processo e lo aveva fatto sulla scia di quanto stabilito dalla Cassazione a sezioni unite nel gennaio scorso con la famosa sentenza Cavallo: le intercettazioni cosiddette “a strascico” sono inutilizzabili. Una decisione che aveva posto un argine a quella che era diventata una prassi in molte inchieste e al fiume di conversazioni intercettate e fatte confluire da un procedimento all’altro senza una specifica autorizzazione, stabilendo che non si può chiedere la misura cautelare o sostenere un’accusa nei confronti di una persona sulla base del contenuto di conversazioni intercettate nell’ambito di un’indagine in cui quelle intercettazioni non sono state specificamente autorizzate. A giugno scorso la sentenza Cavallo della Cassazione a sezioni unite aveva trovato applicazione nella decisione del Tribunale del Riesame di Napoli di annullare la richiesta di misure cautelare per imprenditori e politici sulla base della inutilizzabilità delle intercettazioni che la procura aveva indicato tra le fonti di prova.
Ora la questione ritorna in un altro filone investigativo, quello sul presunto voto di scambio relativo alle regionali 2015. Un filone che conta 29 imputati, tra i quali Armando Cesaro, esponente del centrodestra, oltre a diversi politici e imprenditori, ed è al vaglio del giudice di Napoli Nord in un procedimento che è alle battute iniziali e che ieri ha registrato questa nuova decisione del giudice. Stop alle intercettazioni, dunque. Si andrà avanti analizzando il resto delle fonti di prova, il resto delle ricostruzioni investigative. Sarà così a partire dalla prossima udienza, fissata per il 28 gennaio 2021. Per quella data in calendario c’è l’esame di uno degli ufficiali di polizia giudiziaria che si occuparono delle indagini. È uno dei testi della lista presentata dal pm. La sua testimonianza servirà ad approfondire aspetti emersi durante il lavoro investigativo. Naturalmente, però, alla luce dell’ordinanza con cui il giudice ha accolto ieri l’istanza della difesa di Cesaro, questo testimone non potrà fare alcun riferimento al contenuto delle conversazioni captate mediante le intercettazioni dichiarate inutilizzabili nel processo.
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