L'intervista al leader del centrodestra regionale
“Io ho un programma, De Luca solo un’armata Brancaleone”, l’affondo di Caldoro
«Tra me e Vincenzo De Luca c’è una differenza netta: io ho un programma sostenuto da una coalizione chiara e coerente, lui guida un’armata Brancaleone nella quale si pensa soltanto alla poltrona»: Stefano Caldoro va ancora all’attacco del suo principale competitor per la presidenza della Campania. Sebbene alcuni sondaggi non lo ritengano favorito, il leader del centrodestra regionale confida nel fatto che gli elettori premieranno la sua proposta politica e amministrativa.
Che cosa la distingue da De Luca?
«La sua coalizione non può essere definita politicamente perché è un ammasso di liste indefinite e incoerenti in cui si trovano candidati di varia natura, dal fascista al partigiano, che in molti casi hanno cambiato casacca non perché condividessero certe idee ma solo per assicurarsi una poltrona. Nel centrodestra non è così. La differenza più evidente, però, è programmatica: noi proponiamo 100mila posti di lavoro per giovani e donne attraverso decontribuzione, detassazione e taglio del costo del denaro a favore delle imprese; De Luca annuncia 40mila assunzioni negli enti pubblici, ma questo è normale turnover e dimostra la sua incapacità di investire per l’occupazione».
Il governatore uscente ha presentato prima di lei una serie di idee per Napoli: il centrodestra arriva in ritardo?
«No, le nostre proposte per Napoli lo dimostrano. Anzi, questa è un’ulteriore differenza tra me e De Luca che ha proposto investimenti per circa 500 milioni di euro, adatti a una città di provincia e non a una grande capitale come Napoli. Noi ipotizziamo interventi per tre miliardi. A cominciare dalla Est Valley, un progetto per i giovani che prevede forti investimenti in tecnologia e il coinvolgimento di realtà come Pietrarsa, Ercolano, Pompei e Castellammare. E poi interventi strategici come l’unione dei due policlinici a Scampia: così garantiremo servizi fondamentali, come formazione e assistenza medica, ai residenti in zone, come quella a nord di Napoli, che oggi ne sono prive».
Il ministro Amendola ha annunciato che le risorse del Recovery Fund saranno utilizzate per progetti innovativi. I suoi rientrano in questo ambito?
«I nostri progetti si sposano perfettamente con la filosofia descritta dal ministro. Se ci sono progetti incompatibili con le linee-guida dettate dall’Europa e condivise dal governo Conte, si tratta di quelli di De Luca: il recupero di Palazzo Penne e la realizzazione delle funivie sono idee tutt’altro che innovative».
Lei ha fama di persona perbene, ma molti le imputano di non aver incisivo nei suoi anni alla guida della Regione: come risponde?
«È propaganda comunista. La mia amministrazione ha realizzato tre miliardi di investimenti e speso il 100% dei fondi europei, mentre De Luca che non è andato oltre il 30%. E nel centro di Napoli nemmeno un ospedale è stato chiuso, a differenza di quanto avvenuto con l’attuale governatore. Il resto è aria fritta».
La sua candidatura sembra essere nata sotto una cattiva stella, dopo che il leader leghista Matteo Salvini ha di fatto costretto il consigliere regionale uscente Armando Cesaro a rinunciare alla ricandidatura alla luce del coinvolgimento di suoi familiari in alcune inchieste: vuol dire che il garantismo è un valore desueto pure nel centrodestra?
«Io sono garantista al 100%. Di più, sono un craxiano. Quindi noto la disparità di trattamento usata dalla magistratura. Le inchieste hanno terremotato il centrodestra all’inizio della campagna elettorale. Eppure molti elementi di corruzione politica sono a sinistra. Vuol dire che certi magistrati colpiscono una parte e chiudono un occhio per l’altra. Questo succede perché a sinistra sono più bravi a camuffare certe condotte e a depistare gli inquirenti: manipolare la realtà fa parte della loro cultura».
Non si sente penalizzato nemmeno dalla ridda di nomi che hanno preceduto la sua investitura?
«Il centrodestra ha discusso delle candidature in tutte le regioni e, in Campania, questo confronto non ha spostato un solo voto. Piuttosto è stata l’emergenza Covid a far dimenticare per un po’ il nulla prodotto fino a quel momento da De Luca e facendolo sembrare quasi un eroe. Ma i campani sanno che i veri eroi sono i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine e tutte le persone sono in prima linea durante l’emergenza, non i politici rimasti chiusi in un bunker per quattro mesi».
Dalla campagna elettorale sembra escluso il tema della detenzione. Il centrodestra ha qualcosa in programma?
«Da governatore firmai un protocollo d’intesa con l’allora guardasigilli Orlando e l’attuale procuratore napoletano Melillo per il miglioramento della sanità e dell’edilizia penitenziaria. Sul primo fronte i risultati sono stati centrati, per il secondo c’è ancora da fare. Non c’è dubbio, dobbiamo impegnarci per garantire migliori condizioni di vita ai detenuti e di lavoro al personale».
Il Riformista avrebbe voluto mettere a confronto Caldoro e De Luca, ma il governatore uscente ha scelto di non rispondere alle domande.
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