Le tinture fai-da-te, le mogli che si improvvisano barbieri, scene tragicomiche di donne alle prese con smalti e piastre pur di essere presentabili, sono già un ricordo lontano. Tra qualche giorno anche parrucchieri ed estetiste potranno tornare a lavoro, rimediando così a tutti i danni fatti dalle donne nel tentativo di creare i colpi di sole nel lavandino di casa. Sono arrivate nel tardo pomeriggio di ieri le linee-guida dell’Istituto nazionale assicurazioni e infortuni sul lavoro (Inail): i saloni di bellezza lavoreranno solo su appuntamento, muniti di mascherine, limitando le conversazione vis a vis con i clienti, utilizzando kit monouso, assicurando una distanza di almeno due metri tra un cliente e l’altro e arieggiando spesso gli spazi. Per il resto toccherà ai governatori guidare le proprie Regioni verso la ripartenza. Il leitmotiv di questi mesi, però, torna prepotente: riaprire sì, ma con quali soldi?

“Abbiamo formulato una proposta al Governo – spiega Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – Chiediamo un piano nuovo sostenere gli imprenditori di qualunque categoria commerciale,che si trovano in difficoltà serissime”. Sì, perché il Paese è paralizzato da più di due mesi, non così fitti e bollette. “C’è troppa burocrazia – osserva Schiavo – Servono azioni veloci. Lo Stato deve farsi carico di tutte le spese fino al 31 dicembre. È impensabile chiedere agli imprenditori di continuare a pagare”. Secondo il presidente regionale di Confesercenti, dobbiamo pensare ogni attività italiana come una start-up che, come tale, non produce utili per i primi tre anni di vita. “Non si tratta di ripartire – conclude Schiavo – ma di partire, cominciare daccapo”. All’inizio dell’emergenza il governo aveva stabilito aiuti per i commercianti, ma sono somme irrisorie che non consentono a un’attività di sopravvivere a tre mesi di stop. “I soldi stanziati – racconta Salvatore Vilardi, titolare di SalonHair – sono pochi e a volte non sono arrivati. Le linee-guide dell’Inail rispecchiano esattamente l’organizzazione alla quale ci siamo preparati in questi mesi di lockdown”. Stando alle testimonianze di tanti operatori del settore, infatti, tutti erano pronti ad accogliere le nuove direttive, le avevano anticipate e avevano già acquistato tutto il necessario per riaprire in sicurezza. Una riapertura che poteva avvenire già un mese fa.

“Disponiamo di guanti e mascherine che forniamo alla cliente – spiega Vilardi – e lo shampoo viene effettuato con una visiera che copre interamente il viso della cliente e dell’operatore. Abbiamo asciugamani e mantelline monouso. Disinfettiamo e sterilizziamo ogni cosa, una volta finita la piega. Il rischio di contagio è veramente basso”. Stesso discorso per chi si occupa di manicure e smalti, coccola obbligatoria per ogni donna. “Le nuove regole dell’Inail sono le stesse che ho seguito ancor prima di sapere che lunedì sarei tornata a lavoro – racconta Teresa Tessier di Fashion Nails – Ho già sanificato ogni ambiente e montato plexiglass divisori tra me e la cliente, ho perfino tagliato i guanti così da toccare soltanto le unghie senza sfiorare la pelle. Ho disinfettanti e mascherine. Praticamente ho fatto più di quanto richiesto”. La notizia di ieri sera, fa tirare un sospiro di sollievo a tutti gli esercenti che finalmente potranno ricominciare a lavorare, ma anche a tutte le donne d’Italia che non ne potevano proprio più di capelli dal colore indefinito, unghie spezzate e astinenza da pettegolezzi tra signore.