Marco Grimaldi, deputato di Sinistra Italiana, ha presentato una interrogazione chiedendo che il ministro degli Interni risponda in aula. Il tema è quello che abbiamo segnalato sul Riformista di giovedì: perché l’Italia tratta amichevolmente con un trafficante libico?

Dice Grimaldi: «In data 3 marzo, il media Libya Review ha riportato che il Ministro dell’Interno libico Emad Trabelsi è stato arrestato dalla polizia francese a Parigi, presso l’aeroporto Charles de Gaulle, mentre “trasportava un’ingente somma di denaro in contante”, per essere rilasciato dopo poche ore. La notizia è stata poi riportata da altre fonti di stampa anche italiane nelle quali si fa riferimento a “mezzo milione di euro” su cui il Ministro non avrebbe saputo dare spiegazioni. La rivista Limes, nel riferirla, aggiunge che “l’uomo è legato al traffico di migranti da prima di diventare Ministro” e la figura di Emad Trabelsi è stato oggetto di diverse inchieste del quotidiano L’Avvenire».

«Trabelsi – continua l’on. Grimaldi – è stato nominato Ministro dell’interno del governo di Tripoli in veste “temporanea” dal Primo Ministro libico Abdul Hamid Dbeibah il 6 novembre 2022; nel 2018, Trabelsi fu citato in un rapporto annuale sui diritti umani redatto dal Dipartimento di Stato Usa, che riportava informazioni delle Nazioni Unite in merito a violazioni dei diritti in Libia; Trabelsi veniva individuato come uomo appartenente a una milizia e “destinatario di fondi ottenuti illegalmente”, si segnalava inoltre che controllasse un gruppo armato chiamato “Special Operation Forces” che avrebbe raccolto “circa 3.600 dollari per ogni cisterna che attraversava i checkpoint” libici». «Gionalisti di RadioRadicale – prosegue l’interrogazione – hanno riportato nel dicembre del 2022 che l’esito di questi viaggi sarebbe stato l’ingresso illegale di petrolio prodotto in Tunisia per un valore di centinaia di migliaia di dollari; già in occasione della precedente nomina a Sottosegretario, le organizzazioni per i diritti umani libiche e internazionali, fra cui Amnesty International, hanno indicato Trabelsi come “uno dei peggiori violatori di diritti umani e del diritto umanitario internazionale”». «Nelle carte ufficiali delle Nazioni Unite e del Tribunale Penale Internazionale si parla di “traffico di esseri umani, violenze, torture e sparizioni forzate ai danni di migliaia di migranti e rifugiati”». Fin qui la descrizione del personaggio.

Poi l’interrogazione si sposta in Italia: «Le autorità italiane hanno incontrato Trabelsi in svariate occasioni per discutere le relazioni fra i due Stati, ma in particolare la gestione dei migranti; come noto, dal 2017 è in vigore un Memorandum Italia-Libia che consente, tra l’altro, alla Guardia costiera libica di intercettare e fermare i migranti nel Mediterraneo, accordo rinnovato il 2 febbraio di quest’anno; il 29 dicembre del 2022, Trabelsi ha ricevuto a Tripoli una delegazione del Ministero dell’Interno italiano e dei Servizi segreti italiani, presenti anche il Prefetto capo della polizia e il Direttore dell’ Aise; a fine gennaio 2023, nel corso di un viaggio in Africa, la Presidente del Consiglio ha presenziato a Tripoli alla firma di un accordo sul gas del valore di 8 miliardi di dollari tra l’Eni e la compagnia statale Noc per la produzione di gas in Libia; le intese fra i due governi hanno riguardato non solo “investimenti ed esplorazione” nel gas, ma anche “il rapporto con la Guardia costiera”; il 21 febbraio, il Ministro dell’Interno italiano ha incontrato nel suo ufficio Trabelsi per discutere “comuni azioni” per gestire i flussi migratori, ossia per bloccare le partenze dalla Libia». L’interrogazione si conclude con l’ovvia richiesta: «Si chiede al Ministro interrogato, alla luce dei fatti esposti, di informare il parlamento circa i rapporti intercorsi con Emad Trabelsi, figura accusata di traffico di migranti e violazioni dei diritti umani».

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