La strage di migranti sulle coste di Cutro ha suscitato un moto di dolore popolare che non era scontato. Vedere i morti sulle spiagge, scoprire che erano persone che raggiungevano i propri parenti in Europa, sentire ora questi ultimi che piangono i loro cari uccisi, la fila delle bare, hanno strappato alla strage dei migranti quel sipario di indifferenza che normalmente la copre. Erano esseri umani con nome, vita, speranze, e non carichi residuali, le donne, gli uomini i bambini affogati a poca distanza dalla riva.

È una strage di stato e non solo per possibili ritardi nei soccorsi, per i quali un solo minuto sarebbe un crimine infame. Ma lo è anche perché sono anni che il sistema politico educa all’indifferenza razzista verso i migranti. Le parole del ministro Piantedosi sono il linguaggio burocratico del male, la sua banalità. Ma dietro di esse c’è tutto un sistema che le ha ufficializzate. Il liberismo e i suoi governi ogni giorno spiegano che i soldi non ci sono, e che sopratutto mancano per i salari, le pensioni, i servizi pubblici. Quindi non possono venire qui altri poveri, abbiamo già i nostri. A meno che non siano disponibili a fare gli schiavi per pochi euro al giorno. Questa narrazione alimenta la destra xenofoba e razzista, ma è alla fine condivisa da tutto il sistema. Il sistema carcerario contro i migranti, la loro criminalizzazione in quanto persone, comincia in Italia con la legge Turco Napolitano, che ha istituito i Cpr, e prosegue con la Bossi Fini, che ha privatizzato il permesso di soggiorno.

Il nostro sistema ha sempre più costituito un apartheid verso i migranti, fino a quando anche le donne e i bambini che salgono sui barconi sono stati presentati come una minaccia. O come ostaggi di parenti irresponsabili. In nome di questo si è fatto l’accordo con i tagliagole libici; e lo ha sottoscritto prima il Pd che la Lega. La questione migranti da tema civile e sociale è diventata questione di polizia. Sì certo, i buoni propositi ci sono stati e a volte sono diventate buone azioni, ma queste ultime hanno avuto spesso il sistema contro. Non solo quella delle Ong ma tutta la solidarietà è sotto processo. Per cosa è stato condannato Mimmo Lucano?

Ma non è solo il sistema Italia colpevole della strage di migranti, lo è tutto quello europeo. E non vale lo scaricabarile del governo Meloni, coperto totalmente dalle dichiarazioni di Mattarella, che oggi si appella all’Europa. Tutti i governi europei oggi fanno la stessa politica feroce e criminale verso i migranti, che poi rimbalza e ritorna da tutte le istituzioni Ue. In questi giorni, con malcelato orgoglio, i nostri mass media mostrano il muro in costruzione sui confini tra Finlandia e Russia. È l’Occidente che fermamente si difende dall’orco russo, ci vogliono far credere. Ma contro chi è questa muraglia? Contro Putin, che ci ride su, o contro coloro che fuggono dalla guerra? I giornali guerrafondai spiegano che la Russia potrebbe spingere a Ovest i migranti per destabilizzare l’Europa. Non è una tesi nuova.

Vi ricordate quando, poco prima dell’invasione dell’Ucraina, il governo polacco faceva morire al gelo i migranti alle frontiere della Bielorussia? Mentre la polizia polacca sparava lacrimogeni e acqua ghiacciata sulle tende, dove famiglie afghane, siriane irachene cercavano rifugio, Ursula von der Leyen lanciava proclami di sfida a Lukashensko: i migranti non passeranno! Vi fa più ribrezzo la baronessa tedesca o il prefetto italiano? In realtà Piantedosi nella sua asettica disumanità è perfettamente rappresentativo di questa Europa. Che difende le sue frontiere dai rifugiati e dai migranti. Coi muri dall’estremo nord fino al confine africano di Ceuta; coi lager in appalto, dalla Libia alla Turchia. E lasciando uomini, donne e bambini a morire a decine di migliaia in mare, dal Mediterraneo alla Manica.

È il fascismo e il razzismo europeo delle frontiere, che non a caso si mescola sempre di più con la guerra vera e propria e con il fanatismo guerrafondaio. La guerra giustifica i muri contro i migranti, i muri contro i migranti educano alla guerra. È l‘Europa piccola e malvagia che le sue classi dirigenti stanno costruendo, per far accettare ai propri popoli la distruzione di tutte le conquiste sociali e civili del continente. E Piantedosi, quando sarà finito lo sdegno di circostanza di fronte all’orrore delle coste calabresi, potrà dire tranquillamente: io sono un governante europeo. E Mattarella gli darà ragione.