Crotone, oggi ci sarà l’esame irripetibile sul cellulare di uno dei tre presunti scafisti alla guida dell’imbarcazione naufragata sulla spiaggia di Steccato, a Cutro la notte tra il 25 e il 26 febbraio. Al vaglio degli inquirenti la corrispondenza, le telefonate, le foto dell’unico cellulare ritrovato dopo il naufragio. Appartiene a uno degli indiziati minorenni, ha solo diciassette anni il pachistano sospettato di aver organizzato il viaggio e guidato l’imbarcazione.

Con chi ha chattato il giovane prima di partire da Smirne? Con chi aveva i contatti in Turchia? Chi sono i suoi complici? Nella giornata di domani, quindi potrebbe arrivare qualche risposta per fare luce sulla strage di Cutro nella quale hanno perso la vita settanta migranti.  Sarà eseguito oggi dall’Interpol di Catania l’accertamento sul telefonino. In carcere ci sono anche un turco e un altro pachistano. Nel frattempo, il giovane dal carcere respinge ogni accusa. Non la pensa così il Gip del Tribunale dei Minori di Catanzaro che nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere scrive: “Il giovane sarebbe aduso alla gestione dei percorsi migratori”. Il che sarebbe desumibile “dal ruolo assunto sin da prima dell’arrivo sulla costa turca”. Nello specifico viene posta l’attenzione sulle “allarmanti modalità di commissione del delitto”.

La gip parla anche della “inquietante disinvoltura” con la quale il diciassettenne avrebbe affrontato il viaggio nel corso della traversata, “la dimestichezza manifestata nella gestione del viaggio quale dato segnaletico della consuetudine con il mondo del crimine connesso ai percorsi migratori”. Tutto questo farebbe parte di una serie di “elementi sintomatici” che hanno connotato “una personalità altamente pericolosa e priva di remore”. Sul cellulare del giovane pakistano ci sono diverse fotografie scattate proprio sulla imbarcazione poi naufragata, ma anche altre foto. Che sono ritenute “molto importanti” per gli inquirenti.

E mentre gli investigatori cercheranno di ricostruire quella notte maledetta e di fare luce sulle responsabilità di chi era a bordo della piccola imbarcazione, non si placano le polemiche sul governo definito da più parti “disumano e inadeguato”. Proprio domani e l’otto marzo dovrebbe riferire alla Camera e poi al Senato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, parlerà di quella notte e dovrebbe chiarire non poche cose: il ritardo nei soccorsi via terra, ma soprattutto il mancato soccorso in mare. Si attende, invece, di sapere quando il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini comunicherà la data della sua informativa. Troppe ombre su quella notte di morte, potevano essere salvati e invece sono stati lasciati in mare. Qualcuno dovrà pur chiarire e spiegare cosa è successo.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.