Sin da subito Chiara Ferragni lo aveva dichiarato: il Festival di Sanremo sarebbe stata l’occasione per trasmettere un messaggio forte contro ogni tipo di violenza ai danni delle donne. E così è stato per la prima sera in cui l’imprenditrice digitale è stata la co conduttrice accanto ad Amadeus e Gianni Morandi. E ogni piccolo dettaglio è stato studiato per raccontare meglio il messaggio e arrivare al punto. Il risultato sono stati cinque abiti inediti che sono un manifesto vero e proprio di quello che Chiara Ferragni ha voluto dire. Era da giugno che, con la stilista Mariagrazia Chiuri di Dior, lavorava al progetto di immagine per Sanremo 2023.

Sin dalla prima conferenza stampa di Sanremo 2023, La 35enne di Cremona star dei social network aveva annunciato che il suo compenso come co conduttrice sul palco dell’Ariston lo avrebbe devoluto in beneficenza. “Con più di 100 centri antiviolenza e più di 60 case rifugio in tutta Italia, D.i.Re riesce ad aiutare circa 20.000 donne ogni anno e per me era molto importante dare un aiuto concreto. – ha spiegato settimane fa la Ferragni – Ho avuto modo di conoscere la Presidente di D.i.Re e alcune delle operatrici che tutti i giorni lavorano sul campo, sono loro le vere eroine che mi hanno ancora di più convinta a iniziare questo percorso che spero si evolverà nei prossimi anni”. Secondo Il Sole 24 Ore la partecipazione a Sanremo di Ferragni ammonterà a 100mila euro.

I vestiti di Chiara Ferragni a Sanremo

Il primo outfit scelto da Ferragni per la prima uscita sul palco è il “vestito manifesto”. Lei, in cima alla famosa scalinata del palco, si è fatta trovare dalle telecamere di spalle. Sulla stola bianca la scritta nera “pensati libera”. A raccontare la genesi e il significato deli vestiti è Ferragni stessa sui suoi social: “Quando abbiamo iniziato a pensare agli abiti per le due serate di Sanremo abbiamo subito capito di non volere vestiti solo perché eccentrici o pretenziosamente belli, ma sentivamo la necessità di portare sul palco più popolare d’Italia un messaggio sociale, anche attraverso la moda. L’abito manifesto che da il via alla 73esima edizione del Festival di Sanremo è frutto di una conversazione tra noi, Mariagrazia Chiuri direttrice artistica di Dior, Rachele Rregini e Fulvia Carnevale del duo artistico Claire Fontaine. Il risultato è un abito a corolla di seta nero ispirato alla tradizione Dior e completato dalla stola-manifesto con ricamato il claim “Pensati libera”. Le semplici e pur così forti parole arrivano da un’opera di Claire Fontaine che speriamo possano ispirare tutte le donne a sentirsi libere di uscire dal ruolo che è stato a loro imposto dalla società. Una presa di coscienza della stessa Chiara Ferragni che lotta per non essere incasellata in uno spazio identificato per lei dal patriarcato, e anche una promessa che lei stessa si fa ogni giorno mentre lotta per non doversi sentire in colpa del suo successo di donna. “Pensati libera” è dedicato a tutte le donne che hanno voglia di sentirsi semplicemente loro stesse senza essere giudicate”.

Quello che certamente a un primo colpo d’occhio ha impressionato tutti è certamente il “vestito senza vergogna”. Chiara Ferragni, scesa sul palco, sembrava nuda ma lei stessa ha subito chiarito: “non sono nuda, sul vestito è stato disegnato il mio corpo”. Ed ecco spiegato su Instagram il vestito: “Riportare l’attenzione sui diritti delle donne, del loro corpo e su come il disporre del corpo femminile dalle stesse sia, purtroppo, ancora considerato discusso e discutibile. Questo è l’obiettivo dietro questo look. L’idea di un abito che simulasse il corpo nudo di Chiara ci è arrivata immediatamente prendendo ispirazione da una creazione di Mariagrazia Chiuri per Dior della primavera/estate 2018. Realizzato negli atelier alta moda Dior il vestito in tulle color carne riproduce con un ricamo trompe l’oeil il corpo di Chiara Ferragni al naturale e liberato da quella vergogna che hanno sempre imposto a tutte, a partire da Eva, la prima donna della storia indotta a provare vergogna. Questa illusione di nudità vuole ricordare a tutte il diritto e l’uguaglianza di genere che hanno nel mostrare, disporre di se stesse senza doversi sentire giudicate o colpevoli. Questa illusione di nudità vuole ricordare che chiunque decida di mostrarsi, o sentirsi sexy non autorizza nessuno a giustificare le violenze degli uomini o ad attenuarne le colpe. Questo è il corpo di una donna, quello di Chiara Ferragni che vorrebbe dare voce a tutte le donne del mondo a cui vengono imposti divieti e abusi, a tutte coloro a cui viene detto che il loro corpo genera vergogna, che è solo un oggetto del desiderio o che istiga al peccato. Questo è il corpo di tutte. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”.

Poi c’è “L’abito contro l’odio”. Un abito lungo bianco con su ricamati i peggiori insulti che Chiara ferragni ha subito e subisce ogni giorno soprattutto a mezzo social. Nero su bianco su legge: “Quant è secca”, “Photoshop il c**o vero è flaccido”, “Disgusting”, “A breve un p**no”, “Ma sei mamma escort”, “Perché non ti rifai il seno”. Ecco spiegato: “Con questo abito peplo portiamo sul palco del teatro Ariston alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma. Le frasi di disprezzo ricamate in perle nere sono le vere offese che ogni giorno gli haters rivolgono alle sue foto postate su Instagram. Mariagrazia Chiuri ha avuto l’idea di ricamare queste parole NERE su un peplo BIANCO come la pagina di un libro che racconta quel disprezzo infruttifero contro il quale lottare ogni singolo giorno. Portando queste frasi sessiste a Sanremo vogliamo spronare tutte a fregarsene e ricordare alle donne di non farsi abbattere da chi odia perché sono solo i pareri di chi ci ama a contare veramente”.

Infine “La gabbia”, abito con cui ha posato anche la figlia Vittoria. “Liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate. Questa è l’idea che Mariagrazia Chiuri ha voluto rappresentare con questo abito alta moda di Dior composto da una tuta di jersey ricamata di strass intrappolata in una gonna di tulle che prende ispirazione dall’opera di Jana Sterbak. Questo abito rappresenta la speranza di rompere le convenzioni imposte dal patriarcato. Una speranza che riponiamo nelle bambine di oggi che saranno le donne di domani. Questo è l’augurio di una mamma alla sua bambina, che possa finalmente gridare Vittoria!”

Il testo del monologo di Chiara Ferragni a Sanremo

Chiara Ferragni ha letto una lettera a se stessa bambina. Inquadrata la foto dall’album di famiglia in linea con i trend di TikTok dove spopolano video di adolescenti che scrivono a se stessi. Riportiamo di seguito il testo integrale.

Ciao bimba, ho deciso di scriverti una lettera. Ogni volta che penso a te mi viene da piangere e non so bene neanche il perché, ma forse è perché mi manchi, forse perché vorrei poterti fare uscire fuori un po’ di più, farti vedere quella che oggi è la mia vita. Sai, la gente mi conosce e mi chiede selfie insieme. È una bella sensazione venire apprezzata da milioni di persone, poi sai, non piaccio proprio a tutti, ma piaccio a me stessa e questo è un ottimo inizio. Il tuo futuro? Una premessa: ho sempre cercato di renderti fiera, tutto quello faccio lo faccio per te, per la bambina che sono stata. Ma c’è una cosa che mi fa stare male in qualunque fase della mia vita, che mi accompagna dalla cameretta fino ai red carpet. È un pensiero fisso nella mia testa: non sentirmi abbastanza. Quando ci penso vorrei solo poterti abbracciare forte, perché quando ho pensato qualcosa di negativo su di me lo ho pensato anche di te e tu non lo meriti. Vorrei dirti soprattutto questo, sei abbastanza e lo sei sempre stata. Tutte quelle volte che non ti sei sentita abbastanza bella, intelligente, lo eri e sai, in certi momenti ti sentirai ancora così. Questo è uno dei quei momenti, è normale che lo sia. Le sfide più importanti sono sempre con noi stessi.

Cominciamo piccola Chiara, parliamo della tua vita. Crescendo avrei tanti momenti di felicità, ma anche alcuni densi di paura e ansia e sai cosa ho imparato? Goditi il vento, vivi quei momenti con tutta te stessa, piangi, arrabbiati, urla se devi, fanno parte del tuo percorso e più che mai dei te. Un amico un giorno mi ha detto: nessuno fa la fila per delle montagne russe piatte. Vivile al massimo, sia quando sono altissime che ti manca il fiato, sia quando sali che la vita ti sembra un traguardo lontano. Sai cosa ho imparato? Che se una cosa ti fa paura è la cosa più giusta da fare, alcune le sconfiggerai, altre ti faranno compagnia per tanto tempo, ma capirai che va bene così. Abbiamo tutti la scritta fragile, siamo scatole che contengono meraviglia e vanno aperte con cura. Ho due bambini bellissimi adesso, la somma immensa di un sentimento perfetto, ma di Fede non ti dico nulla, non ti voglio togliere la meraviglia dell’amore vero. Diventerai una madre anche tu e sarai sempre la stessa persona, con gli stessi dubbi e le insicurezze di sempre. Anche i tuoi genitori, che ti sembravano infallibili, hanno la consapevolezza a volte di sbagliare. Sarà semplice fare i genitori? Mai. Sarà il lavoro più duro di tutti e l’unica persona che potrà dare un giudizio finale sono i tuoi figli.

Ti sentirai quasi sbagliata ad avere altri sogni al di fuori della famiglia. La nostra società ha dei ruoli definiti: sei solo una mamma. Quante volte la società fa sentire in colpa le donne perché vanno al lavoro stando dietro ai figli? Sempre. Quante volte lo stesso trattamento agli uomini? Mai. Ma se il tuo pensiero va sempre ai figli, stai facendo la cosa giusta. Se farai sempre del tuo meglio per i tuoi figli, togliti il dubbio, forse sei una brava madre, non perfetta, ma brava abbastanza. Un consiglio: celebra sempre i tuoi successi, non sminuirti mai di fronte a nessuno. Noi donne siamo abituate a farci piccole davanti a uomini duri. Se non mostri il tuo corpo sei una suora, se lo mostri troppo sei una prostituta. Essere una donna non è un limite, dillo alle tue amiche e lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando, anche in questo momento. Senti come batte il mio cuore? Riconosci queste emozioni? Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, per dirti che alla fine andrà tutto bene e che sì, sono fiera di te.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.