L’esperienza bis da presidente del Consiglio per Giuseppe Conte è ormai finita. L’avvocato pugliese ha comunicato nel Consiglio dei ministri di questa mattina la decisione di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. Conte, secondo indiscrezioni, avrebbe ringraziato “l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme”, un ringraziamento ricambiato con un lungo applauso da parte dei presenti.

“Sostegno e compattezza”. Sono questo invece le parole, di fatto già un appello, dei capi delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu), nel Cdm che si è concluso intorno alle 10. Dopo l’incontro con Mattarella il premier ormai dimissionario dovrebbe incontrare i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico.

L’INCONTRO CON MATTARELLA – L’incontro tra Conte e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale è avvenuto pochi minuti dopo mezzogiorno, con l’ingresso al Quirinale del premier con gli uomini della sua scorta. Un incontro-lampo durato circa 20 minuti, con l’uscita dell’auto blu già alle 12:20, dopo aver rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Mattarella.

Conte che, come confermato dal suo staff, non terrà alcuna conferenza stampa. Non è escluso tuttavia che il premier possa motivare le sue dimissioni con un video o una dichiarazione che potrebbe essere diffusa nelle prossime ore.

LE CONSULTAZIONI – Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio. Il calendario delle Consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio Stampa. Mattarella nell’incontro con Conte ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.

A causa dell’emergenza Coronavirus, le consultazioni si potranno seguire solo in diretta streaming sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica e sul sito del Quirinale. Non saranno ammesse infatti le telecamere delle varie tv, con immagini e riprese che saranno effettuate da operatori e fotografi ufficiali e poi messe a disposizione della stampa. Anche per i giornalisti saranno consultazioni particolari: saranno presenti in numero ridotto e selezionati mediante sorteggio alla presenza dei vertici dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione stampa parlamentare,

LE IPOTESI – Quali sono le mosse da qui in avanti? Come spiegato da Stefano Ceccanti, costituzionalista, deputato del Pd e presidente del Comitato parlamentare per la legislazione, con le dimissioni e l’apertura formale della crisi, “pur non essendoci certezze”, si possono “ipotizzare tre tipi ideali di scenario”. Il primo è che “il Presidente del Consiglio uscente possa dimostrare agevolmente di avere una maggioranza operativa in entrambe le Camere: in tal caso dovrebbe avere un incarico a breve per succedere a se stesso”.

Il secondo, “opposto, è che palesemente non abbia i numeri ed in tal caso è da attendersi una gestione più lenta e non facilmente prevedibile in termini di possibili incarichi”. Una terza ipotesi, intermedia, “potrebbe essere quella di una maggioranza intorno al Presidente uscente, ma non del tutto convincente. In casi come questi si ricorre di solito a pre-incarichi (in questo caso sempre all’uscente) o a mandati esplorativi a personalità istituzionali”.

LE REAZIONI – Dopo l’annuncio delle dimissioni il Partito Democratico, tramite il suo vicepresidente Deborah Serracchiani, ha chiarito che “la crisi è una battuta di arresto che ci preoccupa immensamente, e prendiamo atto che lo steso Renzi ha detto che non ci debbano essere veti su Conte. Cerchiamo di fare ragionamenti solidi in tempi brevi”.

Se quindi da una parte non ci sono veti da parte del Pd, neanche all’amico-nemico Renzi, dall’altra i democratici continuano ufficialmente a fare quadrato su Conte. “Sono fermamente convinto che attorno al premier Conte si possa in tempi brevi e in modi chiari allargare la maggioranza per un governo repubblicano e europeista”, chiarisce Goffredo Bettini, eurodeputato e consigliere del segretario Nicola Zingaretti.

Nel campo opposto il forzista Maurizio Gasparri ha assicurato invece la compattezza del centrodestra di fronte alla crisi di governo in atto. “Il centrodestra formato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia farà le stesse scelte, anteponendo la propria coesione a qualsiasi altra ipotesi. Siamo una coalizione al servizio dell’Italia, non al servizio di Bettini o di Conte. Ci muoveremo coesi perché questo vogliono gli italiani che guardano a noi come futura e certa garanzia di governo del Paese”, ha spiegato il senatore.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia