Il Parlamento, a due mesi dalle elezioni, non ha ancora trovato la quadra per chiudere tutte le posizioni aperte. Definita la composizione del Copasir, si fa più aspra la sfida a tre per l’elezione del presidente. Il Comitato che vigila sui servizi segreti incrocia le sue sorti con quelle del Comitato di Vigilanza Rai. Il primo spetta per legge a un esponente dei partiti di minoranza. Il secondo viene assegnato alle opposizioni per prassi consolidata.

Arrivata l’ultima nomina attesa, quella del M5s alla Camera con il deputato Marco Pellegrini, i membri del Comitato sono al completo. Dieci componenti in tutto, per la metà senatori e per la metà deputati: per FdI il senatore Andrea Augello e i deputati Giovanni Donzelli e Angelo Rossi, per la Lega il senatore Claudio Borghi, per il Pd il deputato Lorenzo Guerini e il senatore Enrico Borghi, per Fi Licia Ronzulli, per il M5s, oltre a Pellegrini, il senatore Roberto Scarpinato e per il Terzo Polo Ettore Rosato. attesa ora la prima convocazione con all’ordine del giorno l’elezione degli organi, che potrebbe arrivare la prossima settimana. Di diritto la presidenza spetta all’opposizione e per la sua elezione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti. Se nessuno riporta tale maggioranza, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti.

Il Pd rivendica la guida del Comitato di controllo sui Servizi, ma molto dipenderà dal raggiungimento o meno di un accordo con il M5s in una partita che si intreccia con quella sulla nomina dei vertici dell’altra Commissione bicamerale, la Vigilanza Rai. I nomi in campo dei Dem incrociano a loro volta le dinamiche congressuali del Pd. Lorenzo Guerini, apprezzato ex ministro della Difesa, è il nume tutelare di Base Riformista, guidata da Alessandro Alfieri. Ma per i Dem c’è anche Enrico Borghi, che al Copasir ha dedicato gli ultimi cinque anni di esperienza sul campo. Giuseppe Conte aveva svelato in conferenza stampa, la settimana scorsa, di essere stato indicato dal suo partito per quell’incarico. «Sono diventato, da premier, un grande esperto di problemi inerenti la sicurezza nazionale e internazionale», aveva detto. «Ma ho detto di no alla mia candidatura a guidare l’organismo che vigila sui servizi segreti», aveva poi chiosato.

Un gesto di prudenza che teneva conto del rischio bocciatura o un passo indietro consigliato dagli organismi stessi della nostra intelligence? Le vicende che legano la storia di Giuseppe Conte ai servizi non sono ancora del tutto chiare: si pensi al suo legame con il generale Gennaro Vecchione, alla candidatura di Elisabetta Belloni per il Quirinale e all’infelice idea del soccorso russo con l’operazione “Dalla Russia con amore”. Fuori Conte dalla scalata al Copasir, ecco che il Movimento preme per Roberto Scarpinato. L’ex magistrato un po’ ci spera: quella del Copasir, a stretto contatto con i vertici del Dis, è una posizione prestigiosa per chi, dopo aver scritto tanti fascicoli, ambisce magari anche a leggere i dossier degli altri. È però ancora tutto fermo. L’orientamento generale è che il favorito, Guerini, possa liberare per il Movimento un’altra casella ambita come la presidenza della Vigilanza.

Si scalda a bordo campo anche in questo caso un ex ministro, Stefano Patuanelli. Sarebbe suo il nome che Conte metterà sul tavolo in cambio del suo voto per Guerini. Patuanelli già al Mise si era occupato di frequenze e di emittenza, anche operando a tutela di Mediaset nella vicenda della francese Vivendi. Ma il partito di Conte è sul piede di guerra e non è detto che lo scambio Copasir-Rai vada liscio così come l’abbiamo qui prospettato. II Movimento Cinque Stelle mastica amaro per il colpo annunciato sul Reddito di cittadinanza e per il colpo subìto sul Superbonus: due contraccolpi importanti per i supporter che ne hanno garantito la tenuta alle elezioni. Il Superbonus 110%, in meno di due anni, non è costato poco: i numeri parlano di oltre 60 miliardi. Più di 4 anni di Reddito di cittadinanza (dal 2019 al 2022: 27,5 miliardi) e del costo cumulato di 10 anni di Quota 100 (dal 2019 al 2028: 30 miliardi) messi insieme. Ma niente. Conte, inviperito, chiama “stretta” la riduzione al 90%. E di minaccia in minaccia, può far saltare il tavolo. Nel Terzo Polo si fregano le mani: tra i due litiganti, Maria Elena Boschi potrebbe entrare in pista, votata dal Pd oltre che da Azione e Italia Viva come nuova presidente della Vigilanza Rai.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.