Hanno superato quota 1000 i morti per Coronavirus, precisamente sono 1016 dopo le ultime 108 vittime registrate in Cina, quasi tutte nella provincia di Hubei, dove si trova Wuhan con 42.638 casi confermati nel continente. A Honk Kong, inoltre, i casi sono 42, tra cui un decesso; a Macao ci sono stati 10 contagi. La maggior parte delle infezioni e delle morti è stata registrata nella provincia di Wuhan, dove il nuovo coronavirus è stato individuato per la prima volta a dicembre. Nel mondo, ci sono stati 161 casi in Giappone, 45 a Singapore, 32 in Thailandia, 27 in Corea del Sud, 18 in Malesia, 16 a Taitan, 14 rispettivamente in Australia, Germania, Vietnam, 13 negli Stati Uniti oltre a un cittadino statunitense morto in Cina, 11 in Francia, 8 nel Regno Unito, 8 negli Emirati Arabi, 7 in Canada, 3 nelle Filippine tra cui un decesso, 3 anche in India e Italia, 2 rispettivamente in Russia e Spagna, uno in Belgio, Nepal, Sri Lanka, Svezia, Cambogia, Finlandia.
Pechino intanto annuncia la sperimentazione sui topi di un primo vaccino.

Sul bilancio delle vittime, il sito Forexlive.com riporta l’articolo pubblicato sul sito Mish Talk, che cita a sua volta le indiscrezioni del miliardario cinese Guo Wengui, esiliato in Usa. Wengui smentisce i dati ufficiali delle vittime snocciolati dal governo di Pechino, affermando che i forni crematori stanno lavorando a ritmi 4-5 volte superiori alla norma. I media stranieri segnalano il caso della società funeraria attiva a Hubei, provincia che include la città di Wuhan, focolaio del coronavirus. La società, You Hu, ha riportato di essere sul punto di collassare, tanto il lavoro è insostenibile, a causa delle cremazioni continue, e che ormai i dipendenti dormono al massimo due-tre ore a notte. “Abbiamo ricevuto 127 cadaveri ieri, e ne abbiamo cremati 116. Di questi, per otto di loro il certificato di morte parla di vittime del coronavirus, o anche della polmonite di Wuhan, 48 risultano solo casi sospetti”. Insomma, la documentazione ufficiale non rivelerebbe in molti casi – le conferme sarebbero solo 8 su 116 – il motivo del decesso (che sarebbe il coronavirus). Tanto che il miliardario Guo Wengui ritiene che i veri numeri siano i seguenti: 1,5 milioni di casi di persone infettate (contro 40.000 circa resi noti), e 50.000 morti soltanto nella città di Wuhan (rispetto agli oltre 900 decessi ufficiali nell’intera Cina).

L’ECONOMIA –  Si moltiplicano le defezioni degli espositori nelle fiere internazionali, saltano anche eventi sportivi globali. Le autorità cinesi avevano inizialmente riferito che diverse fabbriche avrebbero riaperto i battenti nella giornata di lunedì 10 febbraio, dopo essere rimaste chiuse per evitare ulteriori contagi. Ma nella provincia di Guangdong, centro manifatturiero cinese più importante, non c’è notizia della riapertura degli impianti. In diverse località, le autorità stanno invitando le aziende a rimanere chiuse fino al prossimo 1° marzo. In una nota, gli analisti di Morgan Stanley hanno scritto che l’interruzione della produzione e di conseguenza della catena dell’offerta rappresenta “la principale preoccupazione per l’economia globale, visto che le catene dell’offerta sono ormai integrate, soprattutto in Asia”. Morgan Stanley ritiene che ci saranno conseguenze negative sull’economia mondiale e della Cina nei mesi di febbraio e marzo. Lo stop prolungato alla riapertura delle fabbriche manderà all’aria i piani di produzione di diverse multinazionali? Foxconn, rifornitore di Apple, è tra le aziende che continuano a rimanere chiuse, e diversi analisti stanno già rivedendo al ribasso le stime di produzione degli iPhone di Apple.

 

PRIMO CASO IN CALIFORNIA – Il primo caso di contagio da nuovo coronavirus è stato individuato tra le centinaia di persone evacuate dalla Cina negli Usa e messe nelle basi militari. Un adulto e altre tre persone erano in isolamento in ospedale, dopo aver mostrato sintomi del virus; domenica le autorità avevano comunicato che erano tutti risultati negativi al test e rimandati alla base, assieme a oltre 200 persone in quarantena. Lunedì però i Centers for Disease Control and Prevention hanno informato che “ulteriori test hanno rivelato che uno dei quattro pazienti è risultato positivo” ed è stato rimandato in isolamento in ospedale, hanno informato le autorità sanitarie di San Diego. Un’altra persona è stata ricoverata per controlli. Entrambi stanno bene e hanno sintomi lievi. Si tratta del settimo caso confermato di nuovo coronavirus in California, il 13esimo negli Usa. La persona contagiata è arrivata a Miramar mercoledì scorso da Wuhan, la città epicentro dell’epidemia in cui sono morte più di mille persone. I cittadini statunitensi rimpatriati vengono trattenuti in quarantena nelle basi militari di California, Texas e Nebraska.

IN ITALIA – Per quanto riguarda l’Italia il governo studia misure a sostegno delle imprese. Sono pesantissime le ricadute sull’economia mondiale: a partire dalle ripercussioni sul turismo dalla Cina, compreso il nostro Paese. Il commissario Angelo Borrelli in un’intervista al Corriere della Sera dice: “La situazione è in continua evoluzione e noi abbiamo pianificato interventi in tutti gli scenari possibili. Controlli nelle stazioni? Se ci sarà bisogno, siamo pronti”.

“È chiaro che le nostre imprese dovranno superare molte difficoltà e vincere sfide in complessi scenari anche alla luce dell’emergenza coronavirus. Per questo, per il 2020 abbiamo messo a disposizione circa 300 milioni che attraverso l’Agenzia Ice potranno andare a finanziarie il sostegno del made in Italy”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’. “Le nostre esportazioni di merci e servizi – sottolinea – rappresentano una priorità strategica nella politica economica estera del governo italiano dal momento che costituiscono la componente più dinamica della ricchezza nazionale, il 32% del Pil deriva infatti dall’export”. “Il particolare e generale rallentamento dell’economia cinese potranno creare rallentamenti all’economia mondiale, non solo a quella italiana”, prosegue Di Maio. “Ma – aggiunge – sarà soprattutto la nostra componente export quella che ci consentirà attraverso una mirata diversificazione di mercati di attutire questo fenomeno. Bisogna infatti sapere prevedere e intensificare il nostro impegno verso i principali mercati dell’Unione europea (Germania, Francia, Regno Unito e Spagna), gli Stati Uniti, mercato strategico per il nostro export sia in termini di interscambio che di attrazione di investimenti esteri, India, Messico e Giappone (dove il trattato di libero scambio sta garantendo notevole successo al nostro export) e i Paesi del Golfo, in particolare gli Emirati Arabi Uniti che ospiteranno il prossimo Expo. Vista l’incertezza mondiale è il momento di puntare su mercati già maturi”.

Di Maio ricorda che l’Italia ha “oltre mille imprese a partecipazione nazionale (di controllo o minoritaria) che occupano più di 130mila dipendenti e generano oltre 16 miliardi di fatturato. Si tratta per la maggior parte di medie aziende prevalentemente manifatturiere, specializzate in diversi settori merceologici, tra cui meccanico ed elettro-meccanico, lavorazione metalli, prodotti tessili, settore sanitario, materiali da costruzione, mobili, impianti di refrigerazione e condizionamento. Esistono anche numerose imprese di servizi, in particolare per quanto riguarda la distribuzione commerciale e la consulenza tecnico-professionale. Una delle caratteristiche del nostro tessuto imprenditoriale è proprio quella di saper reagire in maniera flessibile alle mutate condizioni dell’ambiente esterno. Queste aziende possono comunque far affidamento sulla presenza di una articolata rete di supporto da parte delle istituzioni del sistema Paese, in primis la nostra rete diplomatico-consolare e quella degli Uffici dell’Ice. Per chi esporta in Cina il programma promozionale Ice per il 2020, che prevede investimenti promozionali per circa 20 milioni, non subirà variazioni”. Il piano “molto articolato” offre “sostegno alle strategie di proiezione per un ampio spettro di settori che hanno elevato potenziale di espansione. Soprattutto per quanto concerne i beni di consumo e l’agro-alimentare, proseguono i progetti di collaborazione con i principali attori dell’e-commerce, quali Alibaba, Suning, JD e Tencent offrendo quindi opportunità di internazionalizzazione a imprese anche piccole che non hanno una presenza diretta sul mercato. Si tratta peraltro di un settore – il commercio online – che, proprio a causa della criticità della situazione sanitaria nel paese, sta registrando un forte incremento della domanda interna. Di fondamentale rilievo, infine, il supporto promozionale alla meccanica strumentale italiana e ai settori ad alta tecnologia come robotica e meccatronica. Appena sarà confinato il problema del coronavirus, agiremo con forza anche per sostenere una nuova e più intensa crescita delle nostre imprese su quel mercato con il contributo, ne sono certo, dello stesso governo cinese, che vorrà mettere in campo ogni misura possibile per accelerare la ripresa dei commerci”, conclude Di Maio.

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