Un accordo che garantisca a Mosca una Ucraina neutrale, oltre a garanzie di sicurezza per i cittadini russofoni che vivono nel Paese invaso 21 giorni fa. Sono queste le condizioni poste dal Cremlino per un negoziato di pace col governo di Kiev, un leggero passo in avanti da parte russa che si è sbilanciata facendo riferimento in particolare ad una neutralità ucraina sul modello austriaco o svedese.

L’Ucraina può essere un Paese neutrale, ma con un proprio esercito sul modello Svezia o Austria”, è stata infatti la proposta della delegazione russa impegnata nei negoziati in videoconferenza con gli omologhi di Kiev. Una proposta che non convince affatto il governo di Volodymyr Zelensky, col consigliere del presidente, il fedelissimo Mikhail Podolyak, che ha respinto questa offerta: “L’Ucraina rifiuta l’idea di una sua neutralità basata sul modello austriaco o svedese. Vogliamo garanzie di sicurezza assolute. Oggi siamo in uno stato di guerra diretta con la Russia, pertanto il modello di pace può essere solo ucraino“.

E in effetti una soluzione simile a quella proposta del Cremlino fa parte della bozza dell’accordo di pace in 15 punti pubblicata oggi dal Financial Times: un accordo che prevedrebbe da parte di Mosca il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe, mentre Kiev in cambio dovrebbe dichiarare la propria neutralità, anche dalla Nato, accettare limiti alle sue forze armate e sancire diritti per la lingua russa nel Paese.

Tornando ai modelli svedese e austriaco proposto dai negoziatori russi e che di fatto è presente anche nella bozza fornita dal quotidiano economico inglese, le due opzioni non sono sovrapponibili.

Il modello svedese fa riferimento alla neutralità ‘storica’ del paese nordeuropeo, che però non è sancita nella Costituzione o con un trattato internazionale. Svezia che allo scoppiare della seconda guerra mondiale era già neutrale da oltre un secolo, anche se durante il conflitto concesse alle truppe naziste di attraversare il suo territorio per raggiungere la Finlandia. Al termine della guerra, a cui non prese parte, si rifiutò quindi di entrare nella Nato.

Così come la vicina Finlandia, il governo di Stoccolma potrebbe cambiare la propria posizione a livello globale: non è un caso se proprio di fronte all’invasione russa in Ucraina la Finlandia e la stessa Svezia starebbero valutando l’adesione all’Alleanza atlantica.

Diverso è il caso austriaco. A Vienna infatti la neutralità è prevista e sancita dalla Costituzione dal 1955, una decisione che non può essere rovesciata da un governo con un semplice ‘tratto di penna’ ma che va affrontata con una lunga e complicata revisione costituzionale. Non è un caso se per l’Austria si parli infatti di “neutralità permanente”. Il Paese comunque fa parte gruppo di quelli “associati” alla Nato, ovvero invitati ai vertici come osservatori ed è membro dell’Unione europea dal 1995 così come Svezia e Finlandia.

Redazione

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