“Il covid non è una cosa banale, provoca danni permanenti. Non abbiamo superato l’emergenza, l’abbiamo solo contenuta”. Così il governatore della Campania Vincenzo De Luca nel corso dell’incontro con l’ordine dei Medici a Napoli sulla rete di medicina territoriale.

Sono diversi i fronti sui quali si concentra il presidente della Regione: dalla crescita nella griglia dei livelli essenziali di assistenza (LEA) alla distribuzione nazionale del fondo sanitario passando per l’apertura serena dell’anno scolastico nonostante la scelta “irresponsabile” della “politica politicante” di aprire il 14 settembre e chiudere già dopo una settimana per le elezioni regionali.

“VIRUS SOLO CONTENUTO” – “In Campania abbiamo 180mila test da fare per l’apertura serena dell’anno scolastico” spiega De Luca che poi torna sull’emergenza coronavirus: “E’ una stupidaggine che la carica virale si è indebolita. Noi stiamo registrando negli ultimi mesi un’età media più bassa delle persone colpite da coronavirus, che ora si attesta tra i 18 e i 50 anni. C’è una aggressività del virus verso la popolazione giovanile che è fortissima. Bisogna capire che il covid non è una cosa banale. Puoi avere un contagio asintomatico ma se la cosa è grave si  hanno danni permanenti ai polmoni, ai processi di calcificazione”.

Per De Luca “non abbiamo superato nulla, abbiamo solo contenuto. Dobbiamo continuare a indossare mascherina, a lavare le mani, a mantenere senso di responsabilità per questi 6-7 mesi di transizione in attesa del vaccino”. “Negli Usa – aggiunge – hanno fatto una ricerca su 200 ragazzi e hanno verificato che la carica di aggressività del contagio è fortissima. I giovani, anche se asintomatici, possono diventare vettore di contagio nella famiglie”.

SCUOLA ED ELEZIONI, SCELTA IRRESPONSABILE – “Nel nostro Paese le forze politiche nazionali sono state così irresponsabili da far votare il 20 e 21 settembre. Noi avevamo proposto di votare l’ultima settimana di luglio, cioè una settimana fa. Avremmo votato in condizioni di assoluta tranquillità. L’unica attività pubblica che è tranquilla dal punto di vista sanitario è quella del voto, in cabina si entra uno alla volta. Però in Italia abbiamo aperto tutto: la movida, i supermercati, le fiere, le processioni. Dicevano che non si poteva votare perché c’era l’emergenza”.

I LANZICHENECCHI – “La verità è che alcune forze lanzichenecche volevano procrastinare il voto aspettando la crisi sociale a settembre e ottobre per pensare di incrementare qualche preferenza. C’era chi aspettava il referendum per il taglio dei parlamentari. Il problema della scuola era l’ultimo dei problemi. Quindi ora dovremmo aprire il 14, prima fare la sanificazione, poi dobbiamo chiudere per le elezioni, poi rifare la sanifacazioni, poi abbiamo comuni popolosi come Giugliano, Casalnuovo, che andranno al ballottaggio dopo due settimane. Tutto questo per gli interessi della politica politicante e il ministero della Salute non ha detto una parola”.

PIANO VACCINAZIONE – Fondamentale in vista dell’autunno il piano di vaccinazione anti-influenzale per evitare accessi spropositati in ospedale e rischiare di creare pericoli perché influenza e coronavirus hanno, almeno nella fase iniziale, gli stessi sintomi. “Noi – rivendica De Luca – abbiamo anticipato l’acquisto dei vaccini anti-influenzali per far partire la campagna in vista dell’autunno. Chiediamo scusa all’Italia ma siamo stati i primi, la prossima volta ci ridurremmo come le altre regioni che non hanno fatto per tempo”.

RETE DI MEDICINA TERRITORIALE – “La prossima sfida – prosegue il presidente – è quella di realizzare una rete di medicina territoriale facendo in sei mesi quello che le altre regioni hanno fatto in 20 anni. Negli ultimi tempi abbiamo vinto parecchie sfide sul piano nazionale, in ultimo quella dell’efficienza per la gestione dell’epidemia covid. Mi dispiace ma la Regione Campania, diversamente da quello che si attendevano in altre parti d’Italia, non ha registrato una ecatombe ma il livello più alto di efficienza gestionale nel Paese”. Per il De Luca “senza una medicina territoriale avanzata non saremo mai una regione all’avanguardia. Possiamo fare i migliore ospedali ma non saremo una sanità d’eccellenza perché non avremo garantito l’umanizzazione dei nostri servizi e la vicinanza ai cittadini e alla povera gente”.

GRIGLIE LEA, OBIETTIVO LEADERSHIP – “Cinque anni fa eravamo gli ultimi in Italia con 105 punti nella griglia Lea. Per uscire dal commissariamento, dopo 10 anni, abbiamo dovuto quasi raddoppiare, arrivando a 180. Ma non ci basta, dobbiamo essere i primi e arrivare a quota 230. Abbiamo tutte le condizioni se realizziamo la rete di medicina territoriale per garantire servizi migliori ai cittadini. Questa è dunque la nostra priorità”.

De Luca ricorda poi che “nel 2005 mancava l’abc” nella sanità campana. “Le Asl – spiega – non comunicavano tra loro, non c’era neanche il registro dei malati. Con una santa pazienza abbiamo cercato di mettere in piedi un livello informatico unico per la sanità regionale campana”.

UN MILIARDO E 300 MILIONI – “Un’altra priorità è quella dell’edilizia ospedaliera e dell’acquisto delle tecnologie più avanzate al mondo. Dobbiamo spendere un miliardo e trecento milioni. Dai nuovi ospedali da realizzare, Giugliano, ospedale unico della Costiera sorrentina, nuovo ospedale Ruggi d’Aragona a Salerno, al raddoppio di strutture ospedaliere che già ci sono, Pozzuoli, Nola, Frattamaggiore. Poi ci saranno interventi di sostanza per potenziare numerosi reparti. Stiamo lavorando per essere i primi in Italia, questo è realismo amministrativo. Basta viaggi della speranza al nord”.

SCANDALO NORD-SUD, NOI DERUBATI – De Luca rilancia poi la polemica sulla distruzione nazionale del fondo sanitario dove la regione Campania resta ultima in Italia. “Per tanti anni non abbiamo goduto di risorse pubbliche per l’edilizia ospedaliera. Adesso questa vicenda l’abbiamo risolta e abbiamo un miliardo e 300 milioni da investire. Ora c’è la partita della distribuzione nazionale del fondo sanitario dove la regione Campania rimane l’ultima in Italia. Questo – sottolinea – è uno scandalo nazionale che anche i grandi organi di informazione fanno finta di non vedere. Oggi la regione Campania riceve nel riparto sanitario nazionale 45 euro pro capite in meno rispetto a un cittadino del Veneto, 65 in meno rispetto all’Emilia-Romagna, 39 in meno rispetto alla Lombardia, 30 in meno rispetto al Lazio”.

Per De Luca “questa sarà una battaglia che faremo con determinazione perché questo scandalo deve finire. Questo è il vero elemento di divario tra nord e sud. Il sud viene derubato nell’indifferenza generale. Non daremo mai più il consenso in sede di conferenza delle regioni al riparto sanitario nazionale“.

 

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