“Come era ampiamente prevedibile ormai siamo (la Campania, ndr) in zona rossa perché questo livello di contagio non si può più reggere. E’ evidente che bisogna prendere misure eccezionali”. Queste le parole del governatore campano Vincenzo De Luca che, nel corso della consueta diretta social del venerdì, parla del sempre più possibile cambio di fascia (da arancione a rosso) in attesa dell’annuncio ufficiale da parte del Ministero della Salute. Annuncio arrivato in giornata con l’ordinanza firmata dal ministro Roberto Speranza.

Una cambio di zona definito “inevitabile” dal governatore per evitare di mettere in seria difficoltà gli ospedali cittadini dove negli ultimi giorni, soprattutto al Cardarelli di Napoli, l’affluenza è tornata prepotentemente ad aumentare.  “Come è del tutto evidente siamo arrivati alla terza ondata in tutta Italia, per la Campania, da oltre una settimana registriamo sui 2500 nuovi postivi al giorno che significa che dovremo fare il tracciamento dei contatti per almeno 25mila persone è evidente che in queste condizioni diventa impossibile”, ha aggiunto.

“Siamo di fronte ad una variante di estrema pericolosità. Si sono registrati nei nostri territori livelli di contagio enormi nel mondo della scuola” spiega De Luca che chiarisce: “La prima ragione dell’esplosione è questa vi è una diffusione generalizzata di varianti Covid in tutta Italia e come era ampiamente prevedibile. La Campania è tra le regioni più esposte perché siamo la regione a più alta densità abitativa. La seconda ragione sono i comportamenti scorretti“.

Una situazione che necessita di “misure eccezionali” perché “hai voglia a dire che il problema del Covid è grave: fino a che non lo tocchi con mano, non ci credi. Ci sono realtà nelle famiglie drammatiche: la mamma contagiata e ricoverata, il padre cardiopatico o malato oncologico, con i bambini a casa, che vanno seguiti con gli infermieri e medici dell’Usca. Sono problemi gravi e non banali”

De Luca poi ribadisce ancora una volta “l’assenza di controlli” puntando il dito contro i sindaci. “Ci sono sindaci di grandi città che non hanno fatto niente, niente anzi fino a qualche giorno fa incentivavano aperture serali senza esercitare alcuna forma di controllo”.

Sui vaccini ha assicurato che “nel giro di una settimana completiamo la vaccinazione Astrazeneca a tutto il personale delle scuole che si è prenotato. In Lombardia cominciano la vaccinazione al personale scolastico il giorno 8 di questo mese, noi il giorno 10 l’avremo finita”.

I COLORI DELLE REGIONI – I numeri attuali spingono Campania ed Emilia Romagna verso la zona rossa, dove da una settimana sono già Molise e Basilicata. In arancione andrebbe gran parte del Nord Italia: a Piemonte. Lombardia dovrebbero aggiungersi Friuli Venezia Giulia e Veneto. Per quest’ultima il governatore Luca Zaia ha già confermato la misura, “me l’ha confermato il ministro e posso dirlo”, ha spiegato il presidente. L’Abruzzo invece dovrebbe “complessivamente rimanere in zona arancione” spiega il presidente Marco Marsilio.

Resterebbero in zona gialla Valle d’Aosta e Liguria, così come il Lazio, che con un indice Rt appena inferiore all’1 dovrebbero farcela. Nel Mezzogiorno rischiano di passare in arancione Calabria e Puglia, mentre la Sicilia vedrà confermarsi il giallo.

LE FASCE IN BASE ALL’INDICE RT – L’indice Rt è così ripartito in base alle tre fasce: in zona gialla si va con Rt inferiore a 1, in zona arancione con Rt compreso tra 1 e 1,25, in zona rossa si entra con indice Rt superiore a 1,25. La Campania la settimana scorsa aveva indice Rt 1,16 e quello di questa settimana non dovrebbe superare l’1,25, tuttavia l’inserimento della regione guidata da De Luca in zona rossa sembra quasi certo a causa di altri fattori: dalla diffusione delle varianti all’elevato numero di attualmente positivi presenti (primi in Italia).

PERCHE’ IN ZONA ROSSA – Sarebbero dunque queste le ragioni che dovrebbero portare il ministero della Salute a inserire la Campania in zona rossa da lunedì 8 marzo. De Luca da tempo chiede maggiori restrizioni dopo aver appurato l’inesistenza dei controlli per le strade cittadini e, nel caso in cui la regione dovesse restare in zona arancione potrebbe firmare un’ordinanza ad hoc per collocare in zona rossa l’intera provincia di Napoli e altri comuni a rischio.
La Campania, con le scuole chiuse dal lunedì primo marzo (e almeno fino a metà mese), si è di fatto inserita in zona arancione rafforzato. L’obiettivo è quello di evitare il congestionamento degli ospedali e soprattutto delle terapie intensive che, a novembre scorso, raggiunsero anche i 200 posti letto occupati (oggi siamo a 140 ma il dato è destinato a crescere nei prossimi giorni) mentre i reparti di degenza ordinaria arrivarono a oltre i 2mila pazienti ricoverati. Una scelta preventiva in attesa che la campagna vaccinale decolli definitivamente.

I DATI – Nella settimana tra il 24 febbraio e il 2 marzo, in Campania i casi sono aumentati del 47% rispetto al periodo precedente. Il numero di persone attualmente positive è il più alto in Italia: al momento, stando al bollettino del 4 marzo, i contagiati sono 82.958 (in Lombardia ne sono 72.394, in Emilia Romagna 48.128, nel Lazio 36.043, in Puglia 33.806 e in Veneto 25.604). Negli ospedali la pressione sta aumentando anche se, per il momento, la situazione è ancora sotto controllo. I posti letto occupati in terapia intensiva sono 140 su 656 disponibili, quelli occupati in degenza ordinaria sono 1.357 su 3.160 disponibili tra offerta pubblica e offerta privata.

Redazione