E adesso maggioranza e opposizioni giocano a rimpiattino l’uno con l‘altro con incursioni dei guastatori in una metà campo e nell’altra per vedere a chi per primo saltano i nervi. La Lega reitera i suoi attacchi sul caso Morra elevandoli all’ufficialità dell’aula e di una conferenza stampa nella speranza di aver trovato il punto debole del fronte di maggioranza. Il ministro economico Roberto Gualtieri prosegue il fraseggio con Forza Italia sulle misure per aiutare imprese e partite Iva, onorare il clima di collaborazione e responsabilità auspicato dal Quirinale ma già che c’è anche per vedere di incrinare l’alleanza di centrodestra.

Giorgia Meloni si sta arrabbiando e accusa: «L’unica cosa che interessa a Pd e 5 Stelle è dividere il centrodestra». Domani Camera e Senato voteranno un nuovo scostamento di bilancio. Otto miliardi per mettere in campo misure – rinvio tasse, stralcio di cartelle e misure per partite Iva – richieste, per l’appunto, anche da Forza Italia. Che ha già fatto capire che lo voterà. «Domattina c’è un vertice di tutto il centrodestra per decidere il dà farsi» frenano dalla Lega. È chiaro che si decide anche il futuro del centrodestra. Dopo la frattura della scorsa settimana quando Salvini osò spingere i suoi addirittura contro Mediaset, ogni cosa sembra essere tornata al suo posto nel centrodestra. Dietro la scena invece le pedine sono continuamente in movimento. In cerca di assestamento nelle rispettive metà campo, quale centrodestra, quale centrosinistra, cosa diventerà il Movimento 5 Stelle.

Ma in cerca, anche, di un posto al sole al gran tavolo della manovra. È a quello che gestirà i 209 miliardi del Recovery fund. Già che ci siamo, si potrebbe anche dare un’occhiata alla partita delle nomine in scadenza tra dicembre e gennaio. Fatte queste premesse, si possono inquadrare le mosse di queste ore. La Lega ha deciso di tentare l’affondo sul caso Morra, il presidente 5 Stelle della Commissione antimafia che venerdì scorso ha offeso la memoria della presidente della Regione Calabria Jole Santelli («Era noto a tutti che fosse una grave malata oncologica. I calabresi l’hanno votata»). Forza Italia ha chiesto subito le dimissioni di Morra. Lì per lì Salvini ha festeggiato l’arresto del presidente del consiglio regionale Tallini, quasi dimenticando che era stata anche una sua scelta. Ora i leghisti hanno cambiato partita e chiedono con Forza Italia le dimissioni di Morra. «Fino ad allora – hanno spiegato ieri in una conferenza stampa e lo hanno ripetuto in aula alla Camera – il centrodestra non metterà più piede in Commissione Antimafia».

Morra non viene difeso neppure troppo dai suoi. E il Pd è in profondo imbarazzo. Così una sacrosanta battaglia etica e di principio, diventa per le opposizioni l’occasione per provare a rimarciare unite e l’assist perfetto per seminare zizzania nella maggioranza che ha già i suoi dossier in sospeso da dover gestire. Del resto, se le opposizioni stuzzicano la maggioranza lavorando sul “punto debole” 5 Stelle – alle prese anche con il congresso e le minacce di Casaleggio di portarsi via la piattaforma Rousseau e gli iscritti e di lasciare gli ex portavoce prigionieri del palazzo -, la maggioranza a sua volta stuzzica le opposizioni lavorando sull’orgoglio identitario di Forza Italia. Quello che soffre da sempre la deriva a destra di Salvini e Meloni; che non ha mai digerito il tradimento del Capitano quando fece il governo con Di Maio; e rivendica, come dice Berlusconi, il fatto che «senza Forza Italia non esiste il centrodestra ma solo una destra estrema destinata a non vincere mai».

Da mesi, con l’arrivo della pandemia, Forza Italia sta giocando la sua partita. Non un secondo Nazareno, quindi «mai al governo con Pd e 5 Stelle», ma una responsabile presa d’atto che qui bisogna tutti rimboccarsi le maniche e lavorare insieme per il bene comune. Nei fatti questo si concretizza se il governo accoglie qualcuna delle proposte economiche di Forza Italia. Illuminante in tal senso quello che è accaduto lunedì sera durante l’audizione del ministro Gualtieri davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. L’onorevole Dattis (Fi) ha posto otto domande al ministro. Le risposte del governo sono state quasi tutte positive. A cominciare «dalle misure di sostegno economico e dal rinvio delle scadenze fiscali che sarà rivolto a tutto il settore che fa capo ad un codice Ateco e non più solo a chi ha quello specifico codice Ateco». È il discorso della filiera in questi mesi troppo spesso dimenticata. Un «allargamento di perimetro» che è «una novità significativa» ha detto Gualtieri. E poi «misure per le partite Iva» nel decreto Ristori quater e la conferma del superbonus edilizio, quello al 110%, che sarà «uno dei capitoli del Recovery fund».

Ben diverso il tono del fraseggio con Lega e Fratelli d’Italia per cui la manovra è «povera, senza visione né prospettiva, non semplifica, non crea lavoro e non fa crescere il Paese». Altro che proposte, “solo accuse” ha sottolineato Gualtieri. Due mondi che non comunicano.
Giorgia Meloni da una settimana sta lavorando per ricucire e mediare tra i due “maschi che litigano” e che “vanno fatti sbollire”. Quante volte lo ha fatto in questi anni. Ieri però di fronte alle incursioni dei guastatori di una parte dell’altra, ha perso la pazienza anche lei.

«Noi collaboriamo e facciamo proposte da quando è iniziata l’emergenza Covid – ha scritto in un lungo post- Curiosamente PD e M5S sono diventati particolarmente loquaci quando a presentare proposte sostanzialmente simili alle nostre è stato un altro partito di centrodestra. Il gioco è chiaro: l’obiettivo della sinistra non è occuparsi dei problemi degli italiani ma usare ogni pretesto per tentare di dividerci. Non ci riusciranno». Il voto sullo scostamento di bilancio, 8 miliardi destinati in parte a realizzare proprio le misure chieste anche da Forza Italia, potrebbe essere così l’ennesima occasione per dividere o unire per sempre un centrodestra sempre più logoro.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.