Si è risolto il mistero delle ceneri di Hideki Tojo, il primo ministro giapponese che ha guidato lo sforzo bellico del suo paese durante la seconda guerra mondiale. Per più di 70 anni, la posizione dei resti è stato un mistero. Tojo, fu condannato per crimini di guerra da un tribunale internazionale.

A fare la grandiosa scoperta è stato un professore giapponese Hiroaki Takazawa, che ha cercato nei  documenti declassificati negli archivi nazionali degli Stati Uniti. Alla fine della sua ricerca, il professore ha scoperto che le ceneri del primo ministro sono state sparse nell’Oceano Pacifico poco dopo la sua esecuzione come criminale di guerra di classe A.

Il professor Takazawa ha affermato di essersi imbattuto “per caso” nei documenti mentre svolgeva ricerche sui criminali di guerra. I suoi studi sono iniziati nel 2018 presso la National Archives and Records Administration degli Stati Uniti nel Maryland.

“Non ero sorpreso, perché avevo sentito ‘voci’ che le loro ceneri fossero state disperse in mare”, ha scritto il professor Takazawa via e-mail, riferendosi a Tojo e ad altri sei criminali di guerra giustiziati il ​​23 dicembre 1948. Ha fotografato i documenti con il suo iPad, e li ha mostrati nelle interviste fatte dai notiziari giapponesi durante questo mese.

Tojo prima di essere arrestato dall’esercito americano aveva tentato il suicidio dopo che i bombardamenti atomici americani portarono il Giappone a dichiarare la sconfitta nel 1945. Sotto il suo potere, milioni di civili e prigionieri di guerra soffrirono e vennero usati come cavie per esperimenti.

Successivamente all’esecuzione di Tojo e gli altri criminali di guerra condannati nel dicembre 1948, l’esercito americano iniziò una missione per smaltire le loro ceneri.L’obiettivo era quello di impedire che i resti venissero trovati dai sostenitori.

In un documento, datato 23 dicembre 1948, e contrassegnato come “segreto”, un maggiore dell’esercito americano di nome Luther Frierson scrisse: “Certifico di aver ricevuto i resti, di aver supervisionato la cremazione e di aver sparso personalmente le ceneri dei seguenti criminali di guerra giustiziati a mare da un aereo di collegamento dell’Ottava Armata”.

Il maggiore Frierson aveva sparso le ceneri “su una vasta area” dell’Oceano Pacifico a est di Yokohama. Spargendo le ceneri dei criminali di guerra, come ha affermato il professore di storia giapponese all’Università di Harvard David L. Howell, nel rilasciare le ceneri nell’oceano, le forze statunitensi molto probabilmente hanno violato alle proprie regole. In un manuale del 1947 americano c’è scritto che i resti dovrebbero essere sepolti o dati ai parenti più prossimi, quando possibile, dopo le esecuzioni militari.

Lo smaltimento dei resti di Tojo non ha impedito ai suoi sostenitori di cambiare idea riguardo il primo ministro giapponese. Molti di loro ancora oggi percepiscono le azioni del proprio paese come atti di autodifesa.

Il professor Takazawa ha affermato che la reazione pubblica alla sua scoperta è stata travolgente. “Alcune persone hanno espresso simpatia per Tojo e gli altri criminali di guerra i cui resti sono stati dispersi. Altre persone mostrano rispetto per il governo degli Stati Uniti per aver tenuto questi materiali nella National Archives and Records Administration invece di distruggerli”.

Hidetoshi Tojo, 48 anni, pronipote di Tojo, ha detto in un’intervista al New York Times che le rivelazioni del professor Takazawa hanno messo un punto al mistero della sua famiglia. Aveva sempre pensato che alcuni dei resti del suo antenato fossero sepolti a Ikebukuro, nel nord-ovest di Tokyo. Ma aveva anche considerato la possibilità che i resti di Tojo fossero stati dispersi nell’oceano, viste le voci che erano circolate in Giappone.

“Il mio bisnonno ha detto che la storia approderà sempre nel posto giusto”, ha detto il signor Tojo, senza esprimere la propria visione del ruolo del suo antenato nella storia. “Ora finalmente, dopo 75 anni, mi sento bene a pronunciare il mio nome Tojo ad alta voce. Questo tabù è cambiato nel corso degli anni”. Infine ha dichiarato che nonostante tutto è contento che il suo bisnonno fosse stato “restituito alla natura”.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia