Come vi abbiamo anticipato ieri, sulla base di indiscrezioni, il viaggio di Mario Draghi in America, probabilmente, è stato un punto di svolta nella politica internazionale. Il Premier italiano effettivamente è andato da Biden e ha parlato a nome dell’Europa. In particolare di Italia, Francia e Germania. Ha garantito il pieno appoggio, anche economico e militare, dell’Italia e dell’Europa all‘Ucraina, ma ha chiesto a Biden di abbandonare le posizioni ultra-rigide assunte fin qui dall’America. Gli ha detto chiaramente: ora Washington deve aprirsi alla trattativa. E deve parlare direttamente con Mosca.

Precisamente, nella conferenza stampa tenuta nel pomeriggio italiano, Draghi ha detto: “È giunto il momento di chiedersi come costruire la pace. La guerra era Davide contro Golia, ora non c’è più Golia: la Russia non è invincibile. E allora le parti siedano al tavolo: la Russia ma anche gli Usa. Washington deve sforzarsi di arrivare al tavolo. Il primo punto è come costruire questo percorso negoziale, deve essere una pace che vuole l’Ucraina, non una pace imposta da altri né tantomeno dagli alleati. Kiev deve essere l’attore principale, altrimenti sarà un disastro».

È chiaro che siamo lontani dalla linea-Stoltenberg che aveva prevalso fino ad oggi. Ed è probabile che se Draghi si è spinto a dire in modo piuttosto chiaro che è il momento di privilegiare la trattativa sull’opzione militare, vuol dire che deve essere riuscito ad avere una certa apertura da parte di Biden. Speriamo che sia così. E cioè che prevalga la linea dei paesi europei che era stata indicata due giorni fa da Macron, con un discorso di alto livello che ha scosso un po’ quasi tutti gli ambienti politici e giornalistici, tranne il Corriere della Sera.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.