Draghi oggi va a Washington. Non sappiamo esattamente con quale linea politica si presenterà a Biden, perché non ha voluto discuterla in parlamento. Si è appellato all’emergenza di guerra. Ha detto che se ne discuterà dopo il viaggio in America. Il timore è che vada a giurare fedeltà. E dunque si iscriva definitivamente alla pattuglia degli atlantisti ad oltranza.

La speranza è che vada invece a battere i pugni, da statista, a nome dell’Europa. E spieghi alla Casa Bianca che l’Europa non ha nessun interesse a trascinare la guerra e che è pronta a impegnarsi come mediatrice per ottenere la pace. Per trattare. Trattare vuol dire concedere all’avversario e mettere dei limiti all’avversario. Quello che gli americani, al momento, non vogliono.

È probabile che l’intervento pronunciato ieri al Parlamento europeo da Emmanuel Macron, presidente appena rieletto della Francia, abbia qualcosa a che vedere col viaggio di Draghi. Macron avverte Biden che la sua linea è fallimentare e l’Europa non può condividerla. “Non si può umiliare Mosca perché è con Mosca che bisogna negoziare la pace”, ha detto in un discorso solenne.

È una gesto molto significativo quello di Macron, che può segnare una svolta nella ingarbugliata partita dei rapporti tra i paesi occidentali. Probabilmente il timore di Macron era che Draghi andasse a concordare una linea comune con Biden, da posizione di debolezza, e si presentasse come leader europeo. Gli ha messo uno stop. Avrà un peso? Draghi si convincerà che la linea giusta non è quella di mettersi agli ordini di Washington? L’impressione è che Francia e Germania siano pronte ad assumere una iniziativa autonoma e di chiedere agli Usa di farsi da parte. Se anche l’Italia abbracciasse questa linea…

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.