Birka e Christian, due fratellini di due e quattro anni, sono morti carbonizzati all’interno della baracca dove vivevano con i genitori del campo rom di Stornara, in provincia di Foggia. L’incendio è divampato questa mattina, venerdì 17 dicembre, intorno alle 9. Stando a una prima ricostruzione, i due piccoli, di nazionalità bulgara, dormivano quando si è verificato il rogo le cui cause sono in corso di accertamento da parte dei vigili del fuoco.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, che riporta la testimonianza di una donna residente nel campo nomadi, i due fratellini erano da soli all’interno della baracca quando è avvenuto l’incendio. “Il padre era andato a lavorare in campagna mentre la mamma era andata in bagno. Quando la donna è tornata ha trovato la baracca in fiamme” racconta la donna.

Sul posto i vigili del fuoco del comando provinciale di Foggia, ancora impegnati nelle operazioni di spegnimento, e i carabinieri. Da chiarire l’origine alla base del rogo. L’incendio sarebbe stato provocato da una stufa artigianale utilizzata per riscaldare gli ambienti in un periodo dell’anno dove le temperature sono basse. Sono quattro i moduli abitativi distrutti dalle fiamme.

“C’è un consistente numero di bambini che vive nella totale indifferenza delle loro drammatiche condizioni. L’unica offerta che c’è è quella della malavita organizzata. Adulti, ma anche bambini, in estrema povertà arrivano nelle campagne del Foggiano e lavorano per 3-4 euro l’ora. Ogni tanto d’inverno brucia una baracca, qualcuno muore e improvvisamente ci si accorge della situazione. Quei bambini ROM sono stati uccisi dall’estrema povertà e dall’indifferenza delle istituzioni”. Dijana Pavlovic, portavoce del movimento Kethane Rom e Sinti per l’Italia, intervistata dall’Adnkronos, descrive il contesto “da terzo mondo” delle campagne del Foggiano in relazione alla tragedia del campo nomadi di Stornara. Pavlovic anni addietro visitò il campo rom rilevando tutte le criticità, parla di un contesto “di moderna schiavitù, sembra di essere nella terra di nessuno. I Rom sono solo uno dei gruppi presenti sfruttati sui campi agricoli dal sistema del caporalato”. Lì, continua, “c’è un pezzo dell’economia del nostro Paese ma gli occhi restano chiusi di fronte a tanta disperazione. Bisogna – esorta – combattere seriamente la malavita organizzata, il caporalato, la moderna schiavitù”.

“Questa amministrazione ha in più occasioni segnalato e portato a conoscenza a tutte le autorità competenti la situazione drammatica, anche sotto il profilo sanitario, del campo rom”, fa sapere il sindaco di Stornara, Rocco Calamita, sulla sua pagina Facebook. “E questa cosa non mi dà né conforto, né lenisce il dolore. Simili eventi non dovrebbero verificarsi, anche perché troppo spesso a pagarne le conseguenze sono gli unici realmente non colpevoli”, dice. “Spero che la politica nazionale affronti e risolva questo fenomeno tragico che ormai non ha più confini e interessa tanto la nostra comunità, quanto quella foggiana, pugliese, nazionale e internazionale. Vi è l’impegno di questo sindaco e della intera amministrazione comunale a fare quanto possibile per sostenere la famiglia colpita da questo evento. È il momento che le parole lascino spazio ai fatti nella speranza che simili tragedie non abbiano a ripetersi”.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.