Chi rimpiange il Jobs act e il merito può andarsene“: è la sintesi delle riflessioni di Emanuele Felice – economista, saggista, ex responsabile Economia del Pd, durante la stagione zingarettiana – che si affida a “il Manifesto” per il suo j’accuse alla stagione riformista e renziana in particolare.

L’accademico – che pure vanta un curriculum impeccabile – probabilmente non ricorda la storia del suo stesso partito di riferimento, quando saluta con gioia l’uscita dal Pd di chi si riconosce in politiche riformiste: idee presenti fin dal 2007, fin dagli esordi dei dem, alla fondazione del quale nomi celebri del riformismo parteciparono.

Per la mia esperienza, i problemi del Pd non erano le correnti in generale, ma una corrente, quella degli ex renziani, e poi certi potentati locali. Ora mi pare che l’area ex renziana si stia destrutturando, dopo gli addii di Marcucci e Borghi, e che Schlein stia affrontando di petto il tema dei potentati”, dice Emanuele Felice ai microfoni de “il Manifesto”. Ebbene, la stagione renziana, entro il Pd, fu frutto di libera scelta da parte di iscritti e simpatizzanti: nel 2013, Matteo Renzi divenne segretario con il 67,5% dei voti, sostenuto anche da chi, poi, nel corso degli anni, non gli ha lesinato critiche. Non fu, come si vuol suggerire, un incidente della storia o un “problema”.

Che se ne vada una parte di ceto politico non mi pare grave: dagli ex renziani in questi anni ho visto molte più polemiche politiciste che contributi di pensiero”, prosegue Emanuele Felice, che dimentica evidentemente la stagione di governo in cui il Pd ha attuato riforme concrete, altro che contributi di pensiero. Così come dà una visione distorta proprio di quelle riforme: “Il Jobs act e la flessibilità hanno incentivato il declino dell’Italia”, dice Emanuele Felice. Ma i dati Istat dell’arco di tempo che va dal 2014 al 2018 dicono altro: dicono che grazie al Jobs Act ci fu un incremento di 900mila unità sul numero totale degli occupati.

Insomma, mentre il Pd dell’era Schlein perde pezzi, un economista di area è… Felice. E riscrive la storia.

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