Il nostro Paese “entro marzo” avrà raggiunto quota 13 milioni di dosi di vaccino da somministrare. Ad assicurarlo è il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli a Mezz’ora in più, su Rai3.

Locatelli ospite di Lucia Annunziata ha infatti ricordato che “a oggi abbiamo avuto 4.700.000 dosi, il che ci indica che ne abbiamo usate circa i tre quarti, e altri 7.700.000 sono attese nel mese di marzo”.

Quanto ai ritardi nell’approvvigionamento delle dosi, il numero del Css ha sottolineato che “non è un problema che riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Europa“, ma “noi dobbiamo farci trovare pronti con la macchina organizzativa e distributiva”. “La strategia europeista sui vaccini – ha aggiunto – si basava sul fatto che i paesi europei avrebbero avuto più forza negoziale”. 

E sull’andamento della campagna in Italia in rapporto ai paesi europei, Locatelli difende l’operato dell’ormai ex governo Conte: “Nel rapporto tra numero di dosi somministrate e persone vaccinate come prima dose siamo il secondo paese in Europa dopo la Germania – ha sottolineato il presidente del Consiglio superiore di sanità – e se si considera la seconda dose siamo addirittura il primo Paese in Europa”.

Localtelli quindi invita a diffidare dal cosiddetto mercato parallelo dei vaccini, offerti da intermediari alle singole regioni. Per il presidente del CSM bisogna infatti fare “tutti gli approfondimenti del caso, magari anche coinvolgendo l’intelligence, ma faccio fatica a credere che industrie serie e affidabili come quelle che adesso hanno i vaccini approvati possano aver sostenuto meccanismi di questo tipo. Ne resterei largamente sorpreso”, ha spiegato.

35MILA MEDICI DI FAMIGLIA IN CAMPO – A scendere in campo per le vaccinazioni ai cittadini ci potranno essere altri 35mila medici. Si tratta dei medici di famiglia, come spiega all’Ansa il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti, dopo il via libera al protocollo d’intesa tra governo, sindacati medici e Regioni, che definisce a livello nazionale le modalità di partecipazione dei medici di base alla campagna vaccinale in corso. “Stimiamo che almeno 35mila medici di famiglia in tutta Italia sarebbero pronti ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid nei propri studi partendo da subito: ciò, ovviamente, avendo a disposizione le dosi e sulla base di accordi regionali già presenti o che verranno a breve definiti”, ha sottolineato infatti Scotti.

Redazione

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