Le parole contro Putin
“Genocidio in Ucraina”, Biden fa il benzinaio e smentisce il suo staff: Macron spiazzato, Cina contro escalation verbale
Da “macellaio” a “criminale di guerra“, passando per “quest’uomo non può rimanere al potere” e, nelle ultime ore, accusandolo di “genocidio“. Il presidente Usa Joe Biden continua a gettare benzina sul fuoco con parole che lasciano poco spazio alla diplomazia. Gli Stati Uniti stanno sostenendo da settimane l’esercito ucraino dopo l’invasione delle truppe russe dello scorso 24 febbraio. Aiuti militari, aiuti economici, aiuti umanitari e parole al veleno contro il rivale del Cremlino. Parole che, così come è già accaduto dopo il discorso di Varsavia, in Polonia, hanno provocato la reazione di Cina e alleati dello stesso Biden.
Una escalation verbale quella di Biden che ha raggiunto l’apice martedì sera, 12 aprile, con il termine “genocidio”, parola che indica il tentativo sistematico di eliminare uno specifico gruppo etnico, che finora gli esponenti dell’amministrazione americana si erano astenuti dal pronunciare. Il termine è stato usato per la prima volta dall’avvocato polacco Raphäel Lemkin nel 1944 per descrivere l’Olocausto degli ebrei ed è stato poi codificato come crimine internazionale da una convenzione internazionale del 1948, firmata da 150 Paesi, Russia compresa.
“I vostri bilanci familiari, la possibilità di fare il pieno, non dovrebbero dipendere dal fatto che un dittatore dichiari guerra e commetta genocidio dall’altra parte del mondo”. E poi ancora: “Le prove stanno aumentando, è diverso dalla scorsa settimana. Starà ai legali accertarlo, ma a me appare sempre più chiaro che sia genocidio“. Queste le parole del numero uno della Casa Bianca nel corso di un discorso sull’aumento dei prezzi della benzina in Iowa, e poi ribadite ai giornalisti che chiedevano un chiarimento. Parole che spiazzano sia il presidente francese Emmanuel Macron che la Cina. Il primo ha invitato l’alleato alla prudenza, evitando una “escalation delle parole”. “E’ accertato che sono stati commessi crimini di guerra da parte dell’esercito russo” ha detto il presidente francese impegnato nella campagna elettorale per il ballottaggio delle presidenziali, sottolineando però che “genocidio, ha un significato”. “Il popolo ucraino, il popolo russo sono popoli fratelli. E’ una follia quello che sta accadendo” ha aggiunto, definendo poi la “situazione inaccettabile”, allo “stesso tempo guardo i fatti e voglio cercare il più possibile di continuare” a lavorare per “fermare questa guerra” e “quindi non sono sicuro che l’escalation delle parole serva alla causa” della pace.
Più duro l’attacco cinese attraverso il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, citato da Tass. “E’ necessario porre fine alle ostilità il prima possibile e fermare il conflitto per evitare una grave crisi umanitaria”, ha detto in un briefing, rispondendo alla richiesta di commento di un giornalista sulla dichiarazione di Biden sul “genocidio causato dalle truppe russe”. “Tutti gli sforzi della comunità internazionale dovrebbero mirare alla riduzione dell’escalation, non c’è bisogno di aggiungere benzina sul fuoco”, ha detto Zhao, la questione ucraina dovrebbe essere risolta attraverso sforzi diplomatici. “La cosa più importante ora è che tutte le parti interessate dovrebbero rimanere calme e sobrie”, ha concluso.
La scorsa settimana inoltre il consigliere Usa per la sicurezza Nazionale Jake Sullivan aveva affermato: “Abbiamo visto crimini di guerra, ma non abbiamo visto un livello di eliminazione sistematica degli ucraini che arrivi a livello di genocidio”.
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