Il sondaggio Demos
Gli italiani vogliono l’elezione diretta del Presidente della Repubblica
Quasi tre italiani su quattro si dicono “favorevoli all’elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini”. La tendenza – in piena corsa per il Quirinale, alla scadenza del mandato di sette anni Sergio Mattarella che sta agitando partiti e parlamento, scatenando trattative e un toto-nomi vivace da mesi – emerge dal sondaggio curato da LaPolis dell’Università di Urbino e Demos per l’Osservatorio “Gli italiano e lo Stato” anticipato da La Repubblica.
La rivelazione è stata condotta da Demetra con metodo MIXED MODE (Cati – Cami – Cawi) tra il 29 novembre e il 6 dicembre su un campione rappresentativo della popolazione italiana con 18 anni e oltre per genere, età, titolo di studio e area. Per la Repubblica italiana sarebbe una rivoluzione: l’elezione del Presidente della Repubblica è una questione tutta parlamentare. Come detta l’articolo 84 della Costituzione può essere nominato ogni cittadino italiano che ha compiuto 50 anni e che goda di diritti politici e civili; il voto avviene nelle Camere in seduta comune, 630 deputati e 320 senatori con 58 grandi elettori scelti dai Consigli regionali; si vota a scrutinio segreto e nelle prime tre votazioni serve il quorum qualificato dei due terzi del Parlamento in seduta comune (703 su 1008), dalla quarta in poi basta la maggioranza assoluta (503 elettori su 1008).
“Il clima di insicurezza, infatti, ha spinto i cittadini a ‘stringersi’ intorno a un Capo”, commenta Ilvo Diamanti su Repubblica. E dipenderebbe anche dal momento storico, con la pandemia da coronavirus, i dpcm, lo Stato di Emergenza, le restrizioni. I cittadini sarebbero quindi secondo la rivelazione disponibili a trasformare l’Italia in una Repubblica “presidenziale”. Dove il Presidente è eletto “direttamente” dai cittadini, come gli Stati Uniti. Oppure ‘semi-presidenziale’, come in Francia. Contraria a questa prospettiva è una minoranza di poco maggiore del 20%.
Il centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) è in pratica totalmente favorevole all’elezione diretta del Capo dello Stato. Largo assenso anche tra gli elettori del Movimento 5 Stelle. Più tiepida la base del Partito Democratico: 61%. Il sostegno al modello “presidenzialista” cambia in base soprattutto all’orientamento politico ed elettorale: “Fra chi si colloca a Sinistra e a Centro-Sinistra, infatti, il grado di accordo con l’elezione diretta, per quanto maggioritario, scende sotto al 60%. Al contrario, quando ci si sposta dal Centro verso Destra questa preferenza sale oltre l’80%. Mentre fra chi si pone ‘fuori’ e ‘oltre’ lo spazio politico risulta poco più basso: 76%”.
L’altro fattore che favorisce la preferenza per l’elezione diretta è legato sicuramente al grado di “personalizzazione” dei partiti di riferimento. Un sondaggio Demos per Repubblica di fine novembre riportava come quattro su 10 intervistati avessero risposto “non so” o non hanno espresso una preferenza sul prossimo profilo al Quirinale. Il preferito risultava essere l’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi, al 16%, secondo alcune indiscrezioni lanciatissimo nonostante non abbia ancora sciolto la riserva. Al 10% un bis di Mattarella, che invece ha anticipato di non voler raddoppiare, e al 9% il leader e fondatore di Forza Italia e quattro volte premier Silvio Berlusconi. Staccati di parecchio tutti gli altri.
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