Raccontatela ai nipotini e alle nipotine soprattutto, raccontatela ai bambini la sua storia. Raccontate di una farfalla, di vicoli, una stanza alta, a due passi dal mare, di un maestro, di medaglie, di un giro del mondo in un paio di guantoni. Giro del mondo oggi in Montenegro, a Buvda, dove dal 13 ottobre si sono combattuti gli Europei elite di boxe femminile: dove dopo la vittoria in Spagna del 2019 Irma Testa si è qualificata di nuovo campionessa, Oro, Regina d’Europa per la seconda volta la pugile di Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Another brick in the wall, un altro capitolo di una storia unica, un’atleta da tramandare ai posteri.

Raccontate di come l’atleta 24enne delle Fiamme Oro sia salita sul ring sorridente dopo aver risolto le pratiche Glynn, Kruk e Walsh, di come ha domato la bulgara Svetlana Stanova con il destro d’incontro prima, di come l’ha mandata a vuoto ripetutamente, messa a posto con combinazioni di due o tre colpi. Raccontate del primo round che si chiudeva con un 4 giudici a 1: quest’ultimo il solito mistero della fede arbitrale. Di come al secondo round la Butterfly napoletana non abbassava il ritmo, anzi, di come si sia chiuso 5 a 0 come lo stesso match con tanto di countdown finale del tifo italiano.

Quando Irma Testa ha vinto l’Europeo Elite nel 2019 ad Alcobendas, in Spagna, era diventata grande. “È stato il mio dire: sono diventata una pugile seria e professionista. Prima mi basavo solo sul talento, poi ho capito che non bastava più. Quella è stata la prima vittoria arrivata dopo tanto sudore, allenamento e fatica”, diceva in un’intervista a questo giornale. A tre anni di distanza Irma Testa è ancora qua, più forte e consapevole nientedimeno: lei è sempre lei, nessuna è meglio di lei. È lei l’oro di una fantastica spedizione azzurra (guida tecnica di Emanuele Renzini) di nove atlete, rappresentanti di un movimento in crescita, cinque in zona medaglie: Roberta Bonatti argento, Olena Savchuk, Melissa Gemini e Giordana Sorrentino bronzo.


Raccontate allora di come si parli spesso di “effetto Irma Testa” sulle palestre italiane: dove le iscrizioni di bambine, ragazze e donne a corsi di pugilato negli ultimi anni siano aumentate, altro che “ultimo baluardo machista”. Di come sempre lei sia diventata la prima pugile azzurra a un’Olimpiade a Rio 2016, di come sia stata la prima medagliata ai Giochi a Tokyo nel 2021. Di come quest’ultima spedizione fosse composta da tre donne, neanche un uomo. Raccontate delle delusioni al Mondiale del 2018, di quella quasi fatale in Brasile, ad aprire un periodo a mettere in discussione tutto, a mollare quasi tutto.

Raccontate di come ci si debba prendere ogni centimetro, schivare certi colpi, incassarne inevitabilmente altri. Raccontate di un Mondiale bellissimo combattuto lo scorso maggio in Turchia, di una semifinale perfetta e dominante contro l’indiana Manisha Moun e di una finale imbruttita dalla boxe dell’avversaria taiwanese Lin Yu-Ting dall’arte molto sporca e poco nobile – e infatti il CIO continua a indicare nell’affidabilità degli arbitri e dei giudici, oltre che in governance e sostenibilità finanziaria, i mali che potrebbero portare la boxe fuori dai Giochi. Raccontate di un Argento da incorniciare ma con un bel po’ da recriminare insomma.

Raccontate di come Irma Testa sia arrivata dalla “Provolera”, quartiere popolare e spesso difficile di Torre Annunziata, di come la sua traiettoria continui a riverberare l’opera del maestro Lucio Zurlo, l’iconico “U’maestr’” della Boxe Vesuviana della città nel napoletano. Raccontante di quella volta, oggi appunto, in cui ha vinto l’Oro mentre nella sua città si festeggiava la Madonna della Neve: mentre la Vergine Bruna tornava in processione dopo tre anni di stop a causa del covid. Tenete a mente di quell’appuntamento segnato per i Giochi di Parigi 2024. Raccontate di come Irma Testa stia scrivendo pagine che resteranno dello sport femminile, dello sport italiano in generale, di come non abbia paura a esporsi anche su temi sociali e civili. Raccontate di come si sia confermata con tutte le difficoltà del caso campionessa sul limite dei 57 chili, peso piuma, tre anni dopo ancora Regina d’Europa: and still “Irmensa”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.