Ormai siamo dentro la guerra. Non siamo più un Paese che supporta un Paese aggredito. Dopo quattro mesi, i nostri alleati, ma soprattutto il grande alleato, Biden, dice “continuiamo a mandare altre armi, armi più pesanti”.

Ma per fare che? Per liberare la parte del Donbass? Probabilmente, se si continuerà a fare guerra in quella zona, la Russia conquisterà un altro pezzo di territorio: due mesi fa la situazione era più vantaggiosa per l’Ucraina, ma nessuno voleva trattare. “Noi dobbiamo invertire le sorti della guerra” dice addirittura Boris Johnson, asserendo che non deve esserci nessuna trattativa. Parole che sfuggono a chi ha la testa a posto. Cosa vorrebbe dire? Arrivare a Mosca come Napoleone?

Per farlo ci vorrebbe l’intera Nato, e quel punto è difficile che non scendano in campo gli alleati di Putin. Noi diciamo sempre Putin è isolato, isolatissimo…, beh l’altro giorno l’abbiamo visto in tv affiancato dai cinesi, indiani, brasiliani, sudafricani, popoli che insieme fanno 3 miliardi e mezzo di persone. Numeri che noi occidentali non facciamo, nonostante siamo più ricchi, più potenti, più armati.

Possiamo continuare con le armi? Sì, possiamo farlo, c’è anche chi guadagna con le armi. Ma le persone? E se finiscono gli ucraini che vengono ammazzati, feriti, tutti i giorni… di loro non teniamo conto? Allora forse il potente Biden penserà a quel punto di mandare in campo la Nato, ma probabilmente interverranno anche altre forze.

Poi ci siamo indebitati a non finire per questa guerra. Certo, Draghi ci rassicura, abbiamo ridotto al 40% le importazioni della Russia, ma è sufficiente? E ancora, i debiti che abbiamo contratto prima o poi li dovremo ripagare. E poi i debiti che Biden ci ha consigliato di contrarre per l’Asia… all’Europa toccano 600 miliardi, l’America ne mette 300, per che cosa? Per affrontare la Cina in Asia, è un problema molto lontano da noi.

Insomma, la tesi di Biden è “purché sei democratico puoi fare tutto quello che vuoi”, però c’è anche un po’ un limite. Perché puoi fare ciò che vuoi tranne fare le guerre e dimostrarti antidemocratico.

Non si può andare ovunque a dire che l’America ci sta facendo sbagliare in questo momento, perché subito vieni tacciato come anti-americano. Ma non è così, io sono cresciuto con la convinzione che sia meglio morire a Washington e non a Pechino, ma forse è meglio non morire proprio.

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Direttore editoriale di Riformista.Tv e TgCom