Altro capolavoro azzurro: Filippo Ganna, Simone Consonni, Jonathan Milan e Francesco Lamon vincono l’oro la gara a inseguimento nel ciclismo su pista battendo in finale con la Danimarca. E si aggiudicano il nuovo record del mondo fissandolo a 3:42.032. L’ultimo era stato raggiunto proprio dalla Danimarca ma gli italiani ora hanno alzato nuovamente l’asticella ieri durante la semifinale contro la Nuova Zelanda con il tempo di 3.42.307, abbattendo di due secondi il record del mondo.

Una gara al millesimo di secondo che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. Un vero trionfo nell’inseguimento a squadre guidato da uno strepitoso Filippo Ganna. La finale contro la temibile Danimarca uscita vincitrice nella discussa semifinale con la Gran Bretagna, dopo il tamponamento e il ricorso respinto, è stata un trionfo per gli azzurri.

Imbattibile la squadra. Francesco Lamon, 27 anni, veneziano, a cui è stata affidata la partenza, Simone Consonni, 26 anni, di Bergamo, il direttore che ha amministrato l’andatura del quartetto, Jonathan Milan, 20 anni, friulano, “il bimbo”, responsabile del ritmo di gara e infine Filippo Ganna, 25 anni, che ha volato negli ultimi due chilometri di gara.

“Super Pippo”, la carta vincente della squadra che non ha molato nemmeno un istante, il campione del mondo in carica della crono, quinto nella gara contro il tempo olimpica al Fuji, è stato protagonista degli ultimi due Giri d’Italia, svoltisi nell’arco di sei mesi per colpa della pandemia.

L’inseguimento a squadre azzurro non saliva sul podio da Città del Messico 1968 (Bosisio, Chemello, Roncaglia, Morbiato bronzo). È la medaglia numero 30 della spedizione azzurra ai Giochi di Tokyo: superato martedì con l’oro di Tita e Banti nella vela il bottino di Rio 2016 (28), adesso l’Italia mette nel mirino il primato assoluto di 36 medaglie centrato sia a Los Angeles ’32 che a Roma ’60, nelle Olimpiadi di casa.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.