Primo imperativo: depenalizzare. Secondo: decarcerizzare. Non c’è altra soluzione alla piaga del sovraffollamento che, in attesa di una vaccinazione di massa, rischia di falcidiare i detenuti. E questo vale soprattutto per la Campania, dove dietro le sbarre ci sono attualmente 6.417 persone a fronte di una capienza regolamentare di 6.052. A ribadirlo è stato il garante regionale delle persone private della libertà Samuele Ciambriello, ieri a Salerno per l’inaugurazione della nuova casa alloggio per detenute senza fissa dimora.

Gli ultimi dati sulle scarcerazioni, diffusi due giorni da dallo stesso garante e pubblicati ieri dal Riformista, hanno riacceso i riflettori sulla necessità di decongestionare le prigioni campane una volta per tutte, cioè attraverso misure strutturali. Sono più di 150, infatti, i detenuti ai quali è stata concessa la detenzione domiciliare con o senza braccialetto elettronico, senza contare quelli che hanno beneficiato di misure premiali. Eppure, nei penitenziari regionali, i reclusi “di troppo” sono 365, Poggioreale resta il carcere più affollato d’Europa e quelle di Eboli e di Carinola sono tra le poche strutture in cui il numero degli ospiti non supera la capienza stabilita dalla legge.

Come si fa, alla luce di questi numeri, ad assicurare condizioni di vita dignitose a chi vive in cella? Come si fa a evitare che il Covid faccia una carneficina in luoghi dove è impossibile rispettare il distanziamento sociale in attesa del vaccino? Le soluzioni sono obbligate: depenalizzare molti reati minori per i quali è prevista la reclusione e fare in modo che un numero consistente di detenuti abbandoni il carcere. Un obiettivo, quest’ultimo, che sembra impossibile per i reclusi senza fissa dimora.

Su questo fronte, però, la Campania è all’avanguardia anche grazie alla casa alloggio San Paolo inaugurata ieri a Salerno: una struttura dotata di cucina, camera da letto, bagno e ufficio dove le detenute senza fissa dimora, alle quali rimangano da scontare non più di 18 mesi di reclusione, possano essere accolte. Oggi, in Campania, sono undici le persone senza casa né famiglia ospitate in otto strutture accreditate dove, secondo Ciambriello, «si realizzano veri progetti di inclusione». Parole incoraggianti anche da Rocco Alfano, procuratore aggiunto di Salerno, secondo il quale «casa San Paolo sarà utile soprattutto ai detenuti più deboli e fragili».