Le notizie di ieri sono buone. Sembra che Draghi ce la farà. L’incubo dei governi Conte è lontano. Questo giornale da molti mesi auspica un governo Draghi. Certo, questo giornale non conta molto, è un vascellino che naviga in mezzo ai colossi del mare. Il Corriere, Repubblica, Il Fatto superbo e burbero. Però siamo ragazzi svegli e ogni tanto guardiamo lontano. Noi, soli soletti, facevamo un ragionamento semplice: gli ultimi governi son stati governi che non rispondevano a schieramenti politici: i 5 Stelle con Salvini, il Pd con Grillo e Travaglio.

Ammucchiatine rossobrune o gialloverdi. Ma allora – ci siamo detti – se la politica non è più in grado di dividere l’arena tra destra e sinistra, tra reazionari e progressisti, se si mischia tutto, se il trasformismo la fa da re, se non c’è più la nettezza del conflitto politico, perché non scegliere un governo neutro, chiamando quelli più bravi a governare? Chiunque ne sappia un po’ di politica sa anche che fra Conte e Draghi c’è la stessa differenza che c’è tra Alvaro Vitali e Charlie Chaplin. E dunque, visto che la crisi è veramente grave, e rischiamo tutti la bancarotta, qual è la ragione per non chiamare il più bravo a prendere in mano le briglie?

Dopodiché, di Draghi, ora che sta per prendere il timone, ci fidiamo solo un po’. Come di tutti. È il primo e il più dotato funzionario della grande borghesia. Saprà affrontare i temi veri della crisi o si piegherà alle richieste dei piccoli gruppi di potere? Dei grillini, del partito dei Pm, delle lobby, della Lega

Per noi le urgenze sono tre. Chiarissime. Riforma della giustizia per ristabilire lo Stato di diritto, vilipeso e sfregiato da tre anni di grillismo. Riforma e riduzione ai minimi termini della burocrazia, per ridare fiato all’iniziativa e alla libertà economica. Ripresa di un’azione forte di accoglienza, prima di tutto per affrontare il dramma dell’immigrazione, ingigantito dalla ferocia degli ultimi governi, e poi per prendere di petto una riforma seria del welfare, che garantisca i diritti sociali di milioni di poveri. Siamo dei marziani, dei sognatori? Ci dicevano così, un anno fa, quando dicevamo che serviva Draghi

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.