Il dibattito sui programmi
Le idee per Napoli non mancano, parliamo di questo e non di poltrone

Caro direttore, ho letto l’interessante articolo di Marco Plutino sulla “sparizione” dei programmi dei candidati sindaci di Napoli. Come accade spesso, il Riformista centra un tema importante, quello del vuoto pneumatico di certa politica. Ammessa e riconosciuta l’assoluta bontà della tesi di Plutino, mi sia consentito tentare qualche distinguo. Sì, perché noi della Lega, il programma di governo per Napoli lo abbiamo e nei prossimi giorni lo divulgheremo.
La Lega, grazie all’intuizione di Matteo Salvini, ha fatto della coalizione guidata da Catello Maresca un laboratorio politico, idea espressa con la scelta di scendere in campo con la lista Prima Napoli. Salvini e tutti i dirigenti nazionali e locali della Lega, a partire dal segretario regionale Valentino Grant, sono in prima linea in questa battaglia per il buongoverno. A Napoli, il partito che ho l’onore di coordinare, ha operato per mesi e, grazie al lavoro di tante donne e uomini competenti e qualificati, ha presentato e condiviso con Maresca una serie di punti che rappresentano la chiave di (s)volta.
Al fallimento di Bagnoli, noi contrapponiamo l’idea di San Giovanni a Teduccio come città dell’accoglienza e porta per il turismo. Lo facciamo ripartendo dal recupero del mare che dev’essere al centro dell’azione di rilancio. Perché è inaccettabile che l’intera linea di costa, da San Giovanni a Coroglio, non offra ai turisti e ai suoi stessi cittadini la possibilità di andare al mare per davvero, di accedere a una dimensione effettivamente fruibile. E a proposito di fruibilità, nel nostro programma abbiamo un progetto innovativo e rivoluzionario in tema di welfare: la carta sociale. Crediamo sia il tempo di consentire ai napoletani di scegliere i servizi sociali e socio-assistenziali di cui hanno bisogno e di farseli erogare da operatori che essi stessi potranno scegliere.
Così si garantiranno efficienza, rapidità, qualità e, con la libera concorrenza, costi più contenuti delle prestazioni. Passando infine ai 3.500 milioni di euro di debiti del Comune, va sottolineato come a sinistra, col “pacco per Napoli”, propongano di scaricare tutto sui cittadini partenopei attraverso un’ulteriore maggiorazione delle imposte. Noi pensiamo, invece, che non debbano essere i napoletani a pagare il prezzo di una lunga catena di sprechi e proponiamo una modifica alla normativa sul dissesto che escluda sanzioni e limitazioni per la nuova amministrazione.
Invece di lanciare le solite, improbabili privatizzazioni rimaste sempre sulla carta o divenute fonte di speculazioni scandalose, inoltre, vogliamo che il patrimonio immobiliare pubblico sia la leva finanziaria dell’azione amministrativa e nel frattempo resti come bene comune al servizio della città. Nel ringraziare per l’ospitalità, mi auguro che questa possa essere l’occasione per avviare un confronto pubblico tra gli attori in campo, confronto magari ospitato dal suo giornale, nel quale si mettano sul tavolo proposte e non offerte di poltrone. I napoletani chiedono questo.
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