Nessun processo per Luca Morisi, d’altronde già ampiamente processato sui giornali in questi mesi e costretto a fare un passo indietro per non trascinare ‘nel fango’ anche il suo capo Matteo Salvini. 

Per l’ex responsabile della comunicazione del Carroccio, il papà della ‘Bestia’ socia, la procura di Verona chiederà nelle prossime ore l’archiviazione dell’inchiesta sulla notte a base di droga e sesso con due giovani romeni, avvenuta tra il 14 e 15 agosto scorso nella cascina di Morissi a Belfiore, in provincia di Verona. 

Una richiesta di archiviazione “per particolare tenuità del fatto”, confermano dalla Procura scaligera al Corriere della Sera. 

Morisi è stato sentito dai magistrati nelle scorse settimane: l’ex responsabile della comunicazione leghista ha confermato di aver acquistato la cocaina da consumare nel festino alla vigilia di Ferragosto ma, come riferito anche dal suo avvocato Fabio Pinelli, “non c’era stato accordo preventivo” tra i tre, per consumarla insieme.

Un dettaglio cruciale per evitare l’accusa di spaccio e accedere al beneficio previsto dalla norma della “tenue entità”. E in effetti la droga trovata nella cascina di Belfiore era di modesta quantità, 0,31 grammi nascosti in un libro e un residuo su un piatto. 

Quanto alla Ghb, la “droga dello stupro”, grazie alle chat acquisite dai carabinieri vi sarebbe la prova che a portarla sarebbero stati proprio i due ragazzi-escort a casa dell’ex responsabile comunicazione della Lega. 

Una vicenda che ha costretto Morisi a repentine dimissioni: il primo settembre, prima che il caso esploda sui giornali, il responsabile della comunicazione fa un passo indietro parlando di “motivi personali”. Poi emerge l’inchiesta, dato che sia lui che i due ragazzi vengono denunciati per cessione di stupefacenti, con Morisi che si difende: “Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo. Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”, spiega in una nota Morisi. 

Su di lui quindi si riversa la macchina del fango, quella in cui la stesa Lega ha ‘sguazzato’ a lungo proprio per le campagne di comunicazione ‘aggressive’ messe in campo dalla ‘Bestia’. Sui giornali emergono le chat più private di Morisi, che riguardano anche la sua sfera privata e sessuale. 

Di penalmente rilevante però, come conferma la Procura, non c’è nulla: non è un caso se in molti, tra i più vicini a Morisi nella Lega, pensano ad una ‘trappola’ costruita contro l’ex responsabile della comunicazione. 

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.