“Ditelo ai vostri genitori, ditelo sempre se siete gay o trans. Lo dovete dire, dovete cacciare tutto fuori perché se ve lo tenete dentro è peggio, vi sentite male. Confidatevi con gli amici, ma ditelo ai vostri genitori. Non vi preoccupate, piano piano capiranno”. Maura De Luca, 52 anni, ai suoi genitori ha comunicato a 13 anni di sentirsi ed essere donna. Poi a 18 ha intrapreso il percorso di transizione, compresa l’operazione. Maura conosce bene quanto possa essere doloroso per una giovane persona soffrire il disagio di non sentirsi se stessi. E quanto possa essere difficile esternare questo disagio soprattutto con i propri genitori. Ma invita tutti a non tenere nulla dentro, “si rischia che il dolore diventi insopportabile”.

Maura vive a Nola ed è originaria di Somma Vesuviana, cittadine in provincia di Napoli. Lavora con i bambini e i disabili e lo fa con grande passione. Durante l’estate ne ha sentite tante, troppe, di storie di persone gay o trans che sono state vittime di discriminazione. È rimasta colpita che a gridare o a brandire coltelli fossero spesso i loro familiari. “Io sono stata fortunata perché la mia famiglia mi ha sempre accettata – racconta Maura – Ma vedo che oggi è sempre più difficile. Vedo tanta omofobia e discriminazione. Troppi ragazzi cacciati di casa dalle loro famiglie. E non va bene proprio: siamo tutti uguali agli occhi di Dio, non capisco. C’è molta cattiveria e ignoranza. Mi dispiace moto per questa generazione. Ho impressione che quando ero ragazza io, negli anni ’80 era meglio, mi sembra che ci fosse meno cattiveria e pregiudizio”.

“Per i genitori accettare figli gay o trans forse è uno scuorno, una vergogna, perché forse pensano ‘ti ho fatto maschio’ e devi essere così, ‘ti ho fatto femmina’ e devi essere così – continua Maura – Addirittura quest’estate un padre ha rincorso la figlia e la compagna con un coltello minacciandole di ucciderle perché non aveva accettato la loro relazione. Ma come è possibile? Lui l’ha fatta quella figlia, lui e la moglie, mica si è fatta da sola. Possibile che non ci sia un legame di sangue? Bisogna amarli i figli, sono degli esseri umani stupendi. Magari non si sentono a loro agio con il loro corpo e vogliono cambiare, esternare questo disagio e hanno bisogno di più sostegno e di amici veri. L’affetto dei genitori serve tantissimo ed è il più importante”.

Maura proprio ai genitori lancia un appello che fa con tutto il cuore: “Accettate i vostri figli, non cacciateli – dice – Essere trans o gay o ermafrodito è una cosa normalissima, è la propria natura. Lo devi accettare e basta. Meglio essere così che infelici. Sentirsi nel corpo di un altro non è bello, si vive l’infelicità, meglio cambiare. E questo porta grande infelicità anche alla famiglia. Ai ragazzi che vogliono iniziare questo percorso dico: se siete decisi fatelo subito, non aspettate perché in quel corpo non vi sentirete mai bene, perché vorrete uscire fuori dal guscio e un giorno succederà”.

Maura ha raccontato la sua storia. Già a 13 anni non aveva dubbio, era una donna. “All’inizio non capirono subito ma io sono andata avanti e loro piano piano lo hanno accettato. Non mi hanno mai mandata via di casa. Mamma mi è stata molto vicina sempre. A 18 anni ho iniziato il percorso di transizione. I miei genitori mi dissero che dovevo fare quello che volevo perché la vita è la mia. Certo avevano paura che mi potesse succedere qualcosa, poi le operazioni,…ma alla fine non mi hanno mai guardata con occhi strani. Ero io, e mi sentivo felice di avere finalmente il corpo che mi apparteneva. Non è un percorso facile, bisogna stare a sentire i medici, ancora oggi ogni 3 anni vado ai controlli”.

Maura non ha mai nascosto in casa la sua essenza. Per lei è stata fondamentale la figura materna. “Mi ha insegnato l’educazione, il rispetto per le persone, a non giudicare e ad andare sempre avanti. È stata una grande mamma. Si preoccupava che qualcuno potesse dirmi qualcosa per offendermi. Se lo dicevano a lei non mi raccontava nulla. Voleva per me solo il meglio. C’è stata sempre per me. L’ho persa 4 anni fa”.

È capitato che a Maura alcune mamme chiedessero consiglio su come gestire il coming out dei figli o la loro decisione di intraprendere la transizione. “Io spiego loro che è un percorso lunghissimo ed è fondamentale tenere il cervello ben saldo perché altrimenti non vai da nessuna parte. Se prima non accetti tuo figlio per come è non riuscirai a supportarlo attraverso visite dottori giudici e psicologi. È difficilissimo. Mia mamma mi ha sempre aiutata ad affrontare sempre tutto a testa alta. E io sono sempre stata una guerriera”.

“Voglio dire un’ultima cosa – conclude Maura – Siamo alla soglia del 2023 e le persone trans e gay vengono ancora discriminate. Veniamo sempre buttati nell’immondizia, discriminati e sfottuti. Non si fa, siamo tutti esseri umani. Ma questa è la nostra natura, come ci ha fatti Dio e dobbiamo andare avanti sempre a testa alta. Mi raccomando alla generazione che verrà”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.