Una personalità di alto profilo. Capace di gestire la complessità che caratterizza Napoli, di dare un’identità alla città e di riprogrammare i servizi offerti a cittadini e imprese. «Un leader forgiato dalla cultura umanistica e dotato di competenze in campo giuridico», suggerisce Fabrizio Manuel Sirignano, docente di Pedagogia della Politica all’università Suor Orsola Benincasa. «Un manager che abbia una visione precisa della città che è chiamato ad amministrare», aggiunge l’imprenditore Fabio De Felice, presidente di Protom. Ecco, il “curriculum vitae” di cui, secondo esperti e addetti ai lavori, dovrebbe essere in possesso il prossimo sindaco di Napoli. Il successore di Luigi de Magistris dovrà affrontare un compito tutt’altro che semplice: gestire una città sulla quale pesa come un macigno il disavanzo di due miliardi e 700 milioni certificato nel rendiconto del 2019. Soprattutto, però, il nuovo primo cittadino di Napoli dovrà amministrare la città per quello che è: una grande azienda di servizi che, tra l’altro, produce circa il 20% del pil complessivo del Mezzogiorno.

E allora? E allora serve un sindaco-manager. Il che non vuol dire che debba essere necessariamente espressione della società civile e, in particolare, del mondo imprenditoriale. «L’importante è che abbia una visione complessiva e precisa della città – aggiunge Fabio De Felice – Da anni siamo impantanati in un immobilismo che tendiamo a giustificare con i mille problemi che affliggono la città. Ma Napoli ha anche un potenziale e delle risorse umane enormi. Ci sono tantissime idee ma nessuno che sappia canalizzarle nel modo giusto. Perciò serve una personalità che riesca a tracciare una via per far sì che Napoli possa diventare ciò che merita, cioè un punto di riferimento dell’economia e dell’imprenditoria a livello internazionale». Serve una visione, dunque.

Ma quale deve essere il background culturale del nuovo primo cittadino? « La cultura umanistica rappresenta un valore importante perché un amministratore pubblico deve conoscere la storia e la cultura della realtà che si trova a gestire – specifica Fabrizio Manuel Sirignano – Allo stesso modo è innegabile la necessità di competenze giuridiche e amministrative». Quindi dovrà trattarsi di un avvocato o di un magistrato? «Immagino una personalità che sia espressione del mondo accademico o delle professioni – continua Sirignano – Determinante, però, sarà la sua capacità di inserire nella squadra di governo e nella macchina comunale persone preparate, in grado di promuovere l’immagine della città e di garantire servizi più efficienti a cittadini e imprese, a cominciare dai trasporti».

Resta da vedere il rapporto tra il futuro sindaco e la politica. «Il prossimo primo cittadino dovrà guardare con disincanto e distacco conservando anche dopo l’elezione la voglia di lasciare il segno nella storia di Napoli e del Mezzogiorno», auspica Fabio De Felice. E anche per Fabrizio Manuel Sirignano è «determinante che in città si avvii un dibattito serio e finalizzato a individuare un sindaco di altissimo profilo che non sia un funzionario di partito premiato più per la capacità di intercettare voti che per le reali doti politiche e amministrative». Da dove dovrà partire il successore di de Magistris? Per De Felice dovrà ricostruire la città rendendola più sostenibile dal punto di vista economico, sociale e anche tecnologico. Per Sirignano dovrà puntare sul turismo culturale e valorizzare l’identità di Napoli coinvolgendo le persone, aprendo spazi per i giovani, stringendo il legame col mondo accademico. Insomma, un progetto ambizioso conta quanto un curriculum di alto profilo. E il prossimo sindaco di Napoli avrà bisogno di entrambi per lasciarsi alle spalle questi ultimi dieci anni di disastri.

Ciriaco M. Viggiano, Francesca Sabella

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