Gli esperti prevedono un governo di coalizione pro-Europa
Nella Repubblica del Montenegro vincono le forze europeiste
Il Movimento Europa Ora (PES) della piccola Repubblica del Montenegro ha ottenuto il 25,6% dei voti nelle elezioni di domenica, ha dichiarato il Centro per il Monitoraggio e la Ricerca (CEMI) sulla base di una proiezione dei risultati di un campione di seggi elettorali: meno di quanto ci si aspettasse, ma comunque con numeri sufficienti per far parte di un governo di coalizione pro-Europa.
“Questa è una grande vittoria… parleremo con tutti coloro che condividono i nostri valori”, ha dichiarato Milojko Spajic, leader del PES, ai giornalisti nella sede del suo partito.
Il Partito Democratico dei Socialisti (DPS), filo-europeo, e un gruppo di piccoli partiti alleati, che ha governato il Montenegro tra il 1990 e il 2020, si è piazzato al secondo posto con il 23,2% dei consensi, secondo quanto dichiarato dalla CEMI sulla base del 98,7% delle schede scrutinate in un campione rappresentativo di 400 seggi elettorali in tutto il Paese.
24 sarebbero i seggi attribuiti al PES, 21 al DPS, 13 all’alleanza conservatrice per il futuro del Montenegro, guidata dal Fronte democratico filo-serbo e filo-russo, che ha ottenuto il 14,7%.
Un altro raggruppamento pro-UE, che comprende il Partito Democratico e il movimento URA del primo ministro uscente Dritan Abazovic, si è piazzato al quarto posto con il 12,5% ed 11 seggi. Aleksa Becic, leader del Partito Democratico, ha dichiarato che l’alleanza con l’URA sarà un fattore determinante nei colloqui di coalizione: “Non ci sarà un governo senza il (nostro) movimento”, ha dichiarato.
L’Assemblea del Montenegro è l’unico organo costituzionale titolare del potere legislativo e si compone di un’unica camera da 81 membri eletti ogni quattro anni. Il Parlamento nomina il primo ministro proposto dal Presidente, così come i ministri scelti dal primo ministro. A maggio Jakov Milatović, giovane politico ed economista fondatore del PES che ha vinto le elezioni di ieri, è stato eletto Presidente della Repubblica con il 59% dei voti.
I montenegrini sperano che la nuova amministrazione possa migliorare l’economia e le infrastrutture del Paese e avvicinare lo Stato, che è dal 2017 membro della NATO, all’adesione all’Unione Europea.
Il voto è stato il primo nell’ex repubblica jugoslava, che conta poco più di 620.000 persone, da quando Milo Djukanovic, ex leader del DPS, ha perso le elezioni presidenziali in aprile e si è dimesso dopo 30 anni di potere.
Il Montenegro è entrato a far parte della NATO nel 2017, un anno dopo un tentativo di colpo di Stato fallito che il governo di allora ha attribuito ad agenti russi e nazionalisti serbi. Mosca ha respinto tali affermazioni come “assurde” e il governo serbo ha negato il coinvolgimento.
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia lo scorso anno, il Montenegro, a differenza della Serbia, ha aderito alle sanzioni dell’UE contro Mosca, ha inviato aiuti all’Ucraina e ha espulso diversi diplomatici russi. Il Cremlino ha inserito il Montenegro nella sua lista di Stati non amici.
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