Il Senatore Saverio De Bonis, in gioventù democristiano, poi sindacalista, è oggi senatore passato al Misto dopo una tormentata esperienza nel M5s. Da sempre legato al mondo dell’agricoltura, ha presentato una interrogazione parlamentare scritta al governo. “A tre ministri: quello della Salute, quella dell’Agricoltura e quello dell’Economia e Finanze, per conoscere le motivazioni e gli accordi che stanno dietro allo sconto voluto e praticato sulle accise del tabacco riscaldato”. «Il M5s – racconta – ha rinunciato a tante battaglie, si è sgretolato. Forse per inesperienza. Ma in tutto questo Casaleggio ha avuto un ruolo importante”.

Un ruolo politico o tecnico, come dice lui?
All’inizio aveva il ruolo dell’erede del fondatore che voleva portare al successo il progetto del padre.

E questa è una bella cosa.
I fatti però hanno dimostrato che quando sei al potere finisci per subire la forza delle lobby, chiunque prima o poi deve farci i conti.

E lui li faceva, i conti.
Solo che se sei un partito e queste cose le rendi pubbliche, è un discorso. Se sei il Movimento che aveva promesso di moralizzare la politica a partire dal contenimento delle lobby delle multinazionali, e invece ci vai a braccetto, c’è un problema. E Casaleggio oggi diventa complice di queste operazioni, così come è successo ad altri leader di altri partiti.

A questo punto inizio a difenderlo, Casaleggio, glielo dico. Ma secondo lei agiva da solo? Possibile che nessuno nel gruppo si sia reso conto di niente? E che non vi siate opposti quando c’era da opporsi?
Io sono uscito dopo pochi mesi; mi sono confrontato con altri colleghi. Non so quanti abbiano avuto percezione della pressione delle lobby perché erano in pochi ad entrare in contatto con i decisori, per le indicazioni di voto. Solo i colleghi della Commissione bilancio erano avvertiti e potevano insospettirsi delle manine che inserivano gli emendamenti sul tabacco riscaldato.

Ma insomma non mi vorrà dire che è sempre e solo lui l’uomo che trama nell’ombra?
È lui che ha dei rapporti privilegiati con alcuni portatori di interessi e quindi ha una corsia privilegiata su certe questioni. Ci può stare se c’è un interesse pubblico ma io qui l’interesse pubblico non lo vedo. Il Ministero della Salute si è pronunciato, non ci sono effetti positivi sulla salute dei consumatori, quindi a che titolo si deve difendere lo sconto sulle accise? Questo è il punto, perché qui si aprono questioni sensibilissime, legate ai benefici fiscali, alla concorrenza e alla situazione di Coldiretti, che ha favorito delle filiere…

Me lo spiega bene? Cosa c’entra Coldiretti?
Philip Morris ha stabilito un rapporto privilegiato con Coldiretti. Se un gruppo di agricoltori vuole beneficiare di finanziamenti europei e proporsi come soggetto attivo sul mercato, deve organizzare una O.P. (Organizzazione Produttori) e se più O.P. vogliono avere una forza di impatto ancora maggiore, devono aggregarsi in una O.I.P. (Organizzazione Interprofessionale). Sono strumenti che gestiscono i prezzi, l’offerta, i contratti, gli accordi. Cose in cui Coldiretti è molto brava. Ma nell’accentrare nelle proprie mani questi accordi con Philip Morris, cosa ha fatto Coldiretti? Ha siglato un accordo per escludere di fatto i piccoli produttori di tabacco.

E con quale meccanismo?
Col tempo Coldiretti ha obbligato di fatto l’agricoltore che aveva il suo fascicolo presso un’altra associazione a portarlo nella sua associazione. Dicendogli chiaramente che se vuoi continuare a produrre il tabacco per Philip Morris, devi far parte della stessa associazione.

Facendo cartello, quindi.
Ha fatto un cartello sindacale, un sistema che hanno usato anche per altre filiere, dal grano al pomodoro. E beneficiare così di vantaggi.

E il ruolo di Casaleggio qual è?
Il ruolo di Casaleggio viene fuori con la blockchain, che i grillini hanno preso a cuore. Tra Casaleggio e Coldiretti c’è un contratto per la gestione della blockchain che emerge anche dalle carte pubblicate dal Riformista, dove ho visto tra i domini registrati da Casaleggio quello della blockchain di Coldiretti.

Mica mi vorrà dire che Casaleggio sta dietro anche a un triangolo tra Coldiretti e Philip Morris?
Di questo non abbiamo prove. Ma Casaleggio collabora con entrambi e ho certamente le prove del rapporto tra Coldiretti e Philip Morris, che fa affluire a Philip Morris una serie di contributi dal Mipaf attraverso le filiere. È opportuno che i cittadini sappiano che c’è anche un contributo di 80 milioni all’anno per favorire l’acquisto di materia prima di qualità in Campania, Toscana, Umbria e Veneto. Le agevolazioni alla Philip Morris non derivano dunque solo da una riduzione del gettito sul tabacco riscaldato ma anche da questo aiuto che Coldiretti, facendosi intermediaria con il Ministero, è riuscita a far acquisire attraverso questo accordo di filiera, pari a 80 milioni all’anno.

Ma in questo modo Philip Morris garantisce di approvigionarsi di tabacco italiano, e non lo compra all’estero.
È vero, abbiamo messo in sicurezza una filiera che stava morendo ma abbiamo tolto il monopolio pubblico all’ente italiano tabacchi per darlo a un monopolista privato, che da solo detiene il 99% del mercato del tabacco riscaldato. Allora perché non si è tenuto in piedi l’Ente tabacchi italiani? Se uno dei tre ministri si presenterà in aula al Senato giovedì, giornata di Question time, De Bonis è pronto a convertire l’interrogazione scritta in interrogazione urgente a risposta orale. Perché per una volta non vada tutto in fumo.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.