I nodi dell'economia regionale
Più digitale e infrastrutture per l’entroterra campano
Infrastrutture, rapporto tra università e imprese, investimenti nel digitale: ecco le chiavi dello sviluppo delle aree interne della Campania per tre imprenditori che hanno deciso di investirvi riconoscendo le opportunità garantite dalla Strategia nazionale messa in campo dal governo nel 2014. Paolo Scudieri, titolare di Adler Plastic, ha realizzato un progetto che si basa proprio su queste convinzioni: Borgo 4.0. Il piano mira all’integrazione strategica di azioni di ricerca e sviluppo, di innovazione e sperimentazione di nuovi modelli e di nuove tecnologie della mobilità in un “laboratorio diffuso” dedicato alla smart mobility.
Il baricentro di questo “villaggio del futuro” è Lioni, una delle cittadine più colpite dal terremoto del 1980. «Lo sviluppo delle aree interne è un’opportunità e un dovere – sottolinea Scudieri – Opportunità perché le zone in ritardo di sviluppo presentano molte caratteristiche: disponibilità ad accogliere investimenti nel settore dell’edilizia industriale, capacità di porsi come serbatoio di risorse e talenti, possibilità di innovare insieme con gli atenei e centri di sviluppo, oltre che di beneficiare di crediti d’imposta e contratti di programma mirati». Tra i doveri, poi, c’è il fattore umano. «Abbiamo la responsabilità – dice il numero uno di Adler – di colmare quel divario tra aree interne e zone più sviluppate sia tra Nord e Sud che tra Italia ed Europa. Lo facciamo sovente e lo conclamiamo tra le nostre policy aziendali poiché convinti della tangibilità dei benefici che la motivazione e la grinta delle persone che vivono nella necessità di affermarsi siano un grande valore per l’impresa in quanto capaci di generare emulazione e positività».
Le aree interne hanno un grande potenziale e ne è convinto anche Andrea Esposito, amministratore unico di Laer. La famiglia Esposito, nel 2004, ha rilevato la Laer, azienda aeronautica con sede ad Airola, in provincia di Benevento. «Le zone poco urbanizzate – spiega Esposito – sono privilegiate perché caratterizzate da una migliore vivibilità e anche sul fronte degli investimenti industriali presentano indubbi vantaggi legati alla reperibilità di manodopera, al minor costo delle aree e a un clima sociale generalmente tranquillo». Investire nelle aree interne è sicuramente un’ottima scelta imprenditoriale, ma deve pur sempre fare i conti con problematiche antiche dure a morire. «Sono diversi i disagi che dobbiamo affrontare ogni giorno – sottolinea Esposito – a partire dalla viabilità che conduce allo stabilimento, per non parlare della connessione a internet o dei servizi essenziali». Come fare per superare queste criticità una volta per tutte? «Occorre puntare con decisione su investimenti pubblici in infrastrutture di mobilità e digitali, con l’accesso alla fibra ottica, e in servizi essenziali – suggerisce Esposito – Confindustria Benevento, della quale ricopro la carica di vicepresidente con delega alle politiche industriali sta puntando con forza sullo sviluppo dei collegamenti infrastrutturali e sull’attrazione di investimenti privati».
Altro punto fondamentale per il rilancio delle aree interne è la sinergia tra mondo accademico e mondo del lavoro. «Per la crescita delle località che sono rimaste indietro è fondamentale che le imprese incontrino e lavorino con le università»: ne è sicura Caterina Meglio, amministratore delegato di Materias, start-up che opera nell’ambito delle tecnologie innovative, con sede a San Giovanni a Teduccio e uno staff tutto campano. «Il rapporto con gli studenti – sottolinea Meglio – è importantissimo per valorizzare le loro idee ma anche per trattenerli qui ed evitare di perdere risorse umane preziose».
© Riproduzione riservata