La terza tappa dell’iniziativa “ItaliaDomani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” ha portato i big della scena politica nazionale al Polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università degli Studi Federico II per discutere appunto del Pnrr. Sul palco c’erano tutti, o quasi (Vincenzo De Luca ha preferito l’arte, e forse ha fatto bene). C’erano il ministro per il Sud Mara Carfagna, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Cosa è emerso dall’incontro? Poco e niente, o almeno niente che non sapessimo già da mesi. Nulla di nuovo, insomma, sotto il cielo plumbeo di Napoli. Nessuna novità nemmeno sul fronte del debito che stritola il Comune in una morsa di immobilismo. Si parla, si discute, si presentano emendamenti, ma per ora tutto tace.

Ieri il ministro Carfagna ha ribadito, ancora una volta, di sapere che il sindaco si aspetta un intervento in finanziaria e ha assicurato: «Stiamo lavorando per questo e non per altro. So che l’assessore al bilancio Baretta è in costante contatto con le strutture del Mef ma anche con quelle di Palazzo Chigi si sta studiando una soluzione migliore per aiutare non solo Napoli, ma anche gli altri Comuni che si trovano in difficoltà economiche e finanziarie a superare una condizione fortemente penalizzante». Non solo Napoli, quindi, ma tutti gli enti in difficoltà. Proprio su questo è intervenuto recentemente anche il leader del carroccio Matteo Salvini imputando all’ala sinistra della politica il debito e sostenendo, quindi, che non sarebbe giusto che il Governo si accolli le colpe di chi da più di vent’anni amministra Napoli. Si vedrà. Ieri, nel frattempo, si è parlato dei tre pilastri del Pnrr in Campania. Ci sono innanzitutto due miliardi di euro di cui ha titolarità il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile.

Per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria le risorse previste dal Pnrr ammontano a 1,8 miliardi di euro, cui si aggiungono 9,4 miliardi a valere sul Fondo complementare, per un totale di 11,2 miliardi di euro. Sarà poi conclusa la tratta Napoli-Bari, e per questa nel piano ci sono 1,4 miliardi di euro. Per quanto riguarda la connessione Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, saranno realizzate alcune tratte intermedie del progetto, e le risorse previste dal Pnrr sono 450 milioni di euro. A “illuminare” tutti sulla realizzazione dei progetti ci ha pensato dal palco Luigi Di Maio: «Questo è un piano che non ragiona per obiettivi di spesa ma per obiettivi programmatici – ha spiegato – non basta spenderli questi fondi per ottenerli ma anche raggiungere obiettivi, se non li raggiungiamo mettiamo a rischio i fondi, spendiamo i soldi realizzando progetti». Poi, il ministro degli Esteri ha voluto rassicurare il mondo delle imprese: «La transizione ecologica non sia una jihad contro le imprese – ha ammonito – Nel Pnrr ci sono fondi per le imprese per convertirsi. In Italia il 99% delle imprese ha meno di 15 dipendenti, quindi non hanno expertise o fondi adeguati per la conversione. La transizione – ha aggiunto – mira a mutare le aziende abbassando le emissioni, ma transizione significa dare il tempo di fare la conversione, non subire un danno tale da provocare chiusure».

Non è mancato il festival dell’ovvio dove è andata in scena la solita retorica su l’ex area Italsider. «Bagnoli è una vergogna nazionale – ha ricordato la Carfagna – ma il Governo ci ha scommesso, non è una partita persa, ma il progetto numero 1 del suo rilancio e della rinascita della città». Anche in questo caso, però, nessuna delucidazione su ciò che accadrà da qui a un mese, a una settimana, insomma, si aspetta. Dal canto suo il sindaco di Napoli ha espresso, per l’ennesima volta, la fiducia nel Governo che presto troverà la soluzione (soldi, molti soldi) a tutti i mali della città e ha fatto sapere di aver parlato con il ministro Renato Brunetta «per fare in modo che ci sia maggiore flessibilità sulla capacità assunzionale dei Comuni in funzione del Pnrr che ci consenta di poter andare a reclutare le competenze specialistiche di cui abbiamo bisogno». Come sottolineato ieri su queste pagine dal presidente della Svimez Adriano Giannola, però, i tecnici che entreranno a far parte dell’organico di Palazzo San Giacomo dovranno avere il tempo di diventare classe dirigente e nel mentre i termini del Pnrr saranno belli e che scaduti. Ma è solo un’ipotesi.

Mentre a Napoli si discute, slitta di una decina di giorni la discussione sugli emendamenti salva Comuni in legge di bilancio. Sul tavolo le proposte di Pd e M5S, i Dem puntano sull’accollo del debito da parte dello Stato, i pentastellati viaggiano nella stessa direzione ma aggiungono la richiesta di un commissario «modello Roma». Nel frattempo, i politici di casa nostra, nella persona dell’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta, paventano l’ipotesi di aumentare le tasse ai napoletani in cambio del santo aiuto di Roma. L’auspicio è che l’assessore ci ripensi e trovi soluzioni alternative al portafoglio dei cittadini per far quadrare conti.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.