Il testo contiene, poi, una novità di rilievo: Bonafede ha stabilito che il procuratore indichi i criteri di priorità nell’esercizio dell’azione penale, da concordare con il procuratore generale e con il presidente del Tribunale, sulla base della specifica realtà criminale e territoriale e delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche a disposizione dell’ufficio.

Anche in Francia esiste una norma del genere. Con una piccola differenza: in Francia non esiste l’obbligatorietà dell’azione penale e le priorità vengono date dal ministro della Giustizia che ne risponde, insieme al governo, agli elettori. Il pm, a cui Bonafede affida il potere di indicare su cosa indagare o meno, risponde solo a stesso. Per smaltire la mole di arretrato è poi prevista una task force. Di precari.

Saranno assunti, con contratto a tempo determinato di 24 mesi, 1.000 unità di personale amministrativo. Se i processi non termineranno entro due anni sarà un problema di chi verrà dopo. Oltre ai precari, verranno impiegati nel penale “giudici onorari ausiliari”, che oggi hanno la possibilità di esercitare soltanto la funzione di integrare il collegio nel settore civile. Non sono previsti limiti alle pene che potranno irrogare.

Dulcis in fundo la tanto annunciata riforma del Csm per voltare pagina dopo lo scandalo Palamara è sparita. Le correnti dell’Anm possono dormire sonni tranquilli.