L’Unione italiana delle Camere penali promuoverà «un confronto con tutte le forze politiche-culturali del Paese» per costituire «comitati promotori di un referendum abrogativo di questa norma» che sospende la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, insieme a «tutti gli strumenti per rimediare a questo obbrobrio giuridico». Lo ha annunciato il presidente dell’Uicp, Giandomenico Caiazza, nel corso di una conferenza stampa organizzata alla Camera da Forza Italia. E Matteo Salvini, si schiera subito con gli avvocati: «Ho visto che l’Unione camere penali ha lanciato un referendum per fermare questa follia. Noi ci saremo», ha annunciato il leader leghista a margine di un incontro a Cesena. «Ditemi voi – ha proseguito l’ex ministro degli Interni – chi può investire in un Paese dove un giudice si alza e ferma l’Ilva, dove un altro si alza e blocca un’autostrada».

Le Camere penali bocciano lo stop alla prescrizione senza appello. «Una norma introdotta in modo improprio e senza una riflessione – ha aggiunto Caiazza – nata per ragioni simboliche, che è quanto di più devastante possa esserci, perché non si riflette sulle conseguenze che la mancanza di un istituto come la prescrizione può determinare sul sistema». Il presidente dell’Uicp ha denunciato una «colossale opera di mistificazione politica e informativa», perché la prescrizione è «uno degli istituti più democratici e interclassisti», che determina i suoi effetti su «centinaia di migliaia di persone di ogni ceto sociale» e per reati di natura «quasi sempre bagatellare». Caiazza ha sottolineato di non aver compreso «in che termini si articolerebbe il dissenso di un importante partito di maggioranza», che ha annunciato la presentazione di «un disegno di legge di cui non conosciamo testo e contenuti». Chiamato in causa dagli avvocati, proprio il Pd annuncia di aver depositato «la sua proposta di legge sulla prescrizione» fanno sapere Walter Verini – responsabile Giustizia del partito, Alfredo Bazoli, capogruppo in Commissione alla Camera e Franco Mirabelli – capogruppo in Commissione al Senato.

«La proposta – proseguono i parlamentari dem, evita le conseguenze negative dell’entrata in vigore della legge voluta del precedente Governo e per rilanciare la necessità e l’urgenza di fissare tempi certi per la durata dei processi, come la Costituzione e gli interessi del Paese richiedono. La proposta sarà illustrata in una conferenza-stampa che si terrà la mattina di venerdì 27 dicembre presso la sede nazionale del partito. «Valuteremo, tutte le proposte, l’importante come ho sempre detto è non far rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta», è la reazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.