Non arretrano di un centimetro i dissidenti del Movimento 5 Stelle che questa mattina si sono visti annunciare la prossima espulsione, che dovrebbe arrivare per “direttissima” già oggi, dal reggente politico Vito Crimi.

I 15 pasdaran di Palazzo Madama, che ieri sera disattendendo al voto espresso sulla piattaforma Rousseau hanno detto ‘no’ al governo guidato da Mario Draghi, affilano le armi contro i vertici pentastellati, in particolare quel Crimi definito “reggente perpetuo” dall’ex ministro grillino Barbara Lezzi.

Propio la senatrice pugliese, vicina a Davide Casaleggio e soprattutto all’ormai ex 5 Stelle Alessandro Di Battista, annuncia battaglia. Lezzi spiega infatti di volersi candidare “a far parte del comitato direttivo del M5S”, da cui “non sono espulsa”. L’ex ministro nel governo giallo-verde tira in ballo dunque la svolta nello statuto votata ieri su Rousseau, che ha mandato in pensione il ruolo del capo politico, attualmente il reggente Crimi, per sostituirlo con un direttorio composto da cinque persone. 

Per la Lezzi “il 41% degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, devono essere essere rappresentati”, ricorda tirando in ballo il voto sulla piattaforma in merito alla fiducia a Draghi. E su quel quesito le polemiche non finiscono: “Sono convinta, inoltre, che se il quesito fosse stato riproposto, come lo statuto prevede, quel 41% sarebbe stato più alto”.

L’intenzione di correre per il direttorio è però respinto da fonti vicine ai vertici del Movimento citate dall’AdnKronos, che ribadiscono come “se sei espulso dal gruppo parlamentare M5S allora sei fuori anche dal Movimento”. Lo Statuto infatti prevede, spiegano le stesse fonti, che “per gli iscritti che siano membri dei gruppi parlamentari e/o consiliari l’espulsione dal ‘MoVimento 5 Stelle’ disposta in conformità con le procedure del presente Statuto comporta l’espulsione dal gruppo parlamentare e/o consiliare”.

A dar manforte alla battaglia della Lezzi un altro espulso eccellente del Movimento, Elio Lannutti, volto noto dei pentastellati e in passato travolto dalle polemiche per aver condiviso più volte fake news come i “protocolli dei savi di Sion”. Su Facebook Lannutti annuncia che, come espulsi, “faremo ricorso” contro la decisione di Crimi. 

Sentito poi dall’Ansa continua l’affondo contro l’espulsione perché “in democrazia, se non si permette il dissenso non è democrazia, è dittatura. Queste decisioni mi ricordano un po’ la Stasi in Germania, non vorrei che fossimo tornati indietro nel tempo”, è il paragone ardito di Lannutti. 

Anche il senatore sposa la linea di Lezzi sul quesito ingannevole per la fiducia a Draghi: Per come è stato posto, era un quesito ingannevole, come chiedere ‘Vuoi vivere o morire?’, perciò non l’ho rispettato”. Ma assicura: “Non vivo con angoscia questa decisione, continuerò a professare i valori fondanti del Movimento”.

Altro big espulso è Nicola Morra, presidente grillino della Commissione antimafia. Un Morra che si dice “molto scosso da questa decisione”, ribadendo che “mi sento M5S nel sangue”. 

Le espulsioni nel Movimento potrebbero non fermarsi qui. Oggi è atteso infatti il voto alla Camera, mentre la cacciata potrebbe toccare anche agli assenti ingiustificati di ieri al Senato, calcolati in sei su otto. “Per i senatori assenti ieri in occasione del voto di fiducia al governo – ha detto Crimi all’Ansa – ho chiesto al capogruppo di verificare le ragioni dell’assenza. Se non motivate da comprovate motivazioni di salute o stato di necessità anche per loro sarà prevista la sanzione più grave”.

A tentare invece di fermare il rischio di una deflagrazione interna è Beppe Grillo, con un post sul suo blog. Il fondatore dei pentastellati usa ancora una volta messaggio ‘criptico’, con un paragone tra il voto alla Camera di questa sera e l’atterraggio del rover della NASA Perseverance su Marte: “Oggi, alle 21:55 la sonda Perseverance atterrerà su Marte. Alla stessa ora, la Perseveranza atterrerà su un altro Pianeta. La Terra. Più precisamente alla Camera dei deputati. I Grillini non sono più marziani. I Grillini non sono più marziani”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia