Dati approssimativi e al ribasso
Quanti civili e soldati stanno morendo nella guerra in Ucraina: “Forni crematori o carne da cannone”
Oltre 11mila soldati russi uccisi, almeno 406 le vittime civili (di cui 27 bambini) e un dato, quello relativo ai militari ucraini caduti nel conflitto iniziato il 24 febbraio scorso, non ancora diramato, nemmeno in modo approssimativo. E’ il momentaneo bilancio (aggiornato all’alba del 7 marzo 2022) del sangue che continua a scorrere in Ucraina dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di invadere. Un bilancio al ribasso, anche perché la stessa Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani (che parla anche di 801 persone ferite) fa sapere che il numero reale delle vittime civili potrebbe essere ben più alto.
Discorso analogo vale anche per i soldati di entrambi i Paesi. Dopo 12 giorni di guerra, a comunicare quotidianamente il dato dei ‘caduti russi‘ sono le forze armate di Kiev. Un dato dunque tutto da verificare così come quelli diffusi dal ministro della Difesa russo, decisamente al ribasso. Un esempio risale allo scorso 2 marzo quando la Russia ha comunicato la perdita di 498 militari e il ferimento di altri 1.597 mentre nello stesso giorno gli ucraini hanno invece parlato di circa 6.000 soldati russi uccisi dall’inizio dell’attacco, una cifra non dissimile da quella stimata dall’intelligence americana, pari a 5.800 caduti. Ignoto quello dei caduti ucraini che, tuttavia, avrebbe già superato le migliaia di unità.
Intanto secondo quanto denunciano le autorità Ucraine, nella regione di Lugansk, nel Donbass, sarebbero centinaia i cadaveri in strada, molti dei quali relativi a truppe russe e separatisti. I posti negli ospedali per assistere i feriti gravi (quelli che hanno riportato fratture multiple e arti seriamente compromessi) sono in esaurimento. Solo nella giornata di domenica 6 marzo sono stati circa 650 i feriti russi nell’ospedale cittadini di Brjanka. A causa della mancanza di posti liberi in ospedale, i soldati che hanno riportato ferite lievi, dopo aver ricevuto un primo soccorso, vengono rispediti a combattere dai “nazisti russi” e utilizzati come “carne da cannone”, ovvero utilizzati per missioni e operazioni di guerra in cui c’è un’altissima probabilità di essere uccisi.
Circostanza quest’ultima – denunciano i media ucraini – che avrebbe spinto diversi militari russi a disertare perché spaventati e demoralizzati da quello che sta accadendo da oltre dieci giorni.
La scorsa settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusò l’esercito russo di aver portato con sé “un forno crematorio” per bruciare i corpi dei soldati e “non doverli mostrare alle loro madri”. “I soldati russi stanno morendo e nessuno conta i corpi”, ha detto in conferenza stampa Kiev, accusando Mosca di voler nascondere il numero dei morti fra i militari perché il popolo russo ignori il vero costo del conflitto.
I DATI APPROSSIMATIVI SULLE VITTIME CIVILI, LA SPIEGAZIONE DELL’ONU
Se per l’Onu ad oggi (7 marzo) i civili uccisi sono 406 le vittime civili (di cui 27 bambini) e 801 quelli feriti, nei giorni scorsi il presidente del consiglio regionale di Kharkiv (una delle città più colpite dalla guerra), Serhiy Chernov, aveva annunciato che guerra ha provocato 2mila morti nella città, tra cui oltre 100 bambini. Nelle scorse ore invece un bombardamento russo avrebbe provocato – secondo quanto riporta The Kyiv Independent – la morte di almeno 13 i civili in un attacco aereo contro un panificio nell’oblast di Kiev. Cinque persone sono state salvate. Potrebbero esserci più vittime: si ritiene che circa 30 persone fossero presenti in fabbrica al momento dell’attacco russo.
Il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric ha chiarito: “La gente parla di ‘nebbia della guerra’ (fog of war, in merito alla discrepanza), posso solo riportarvi i dati che i nostri colleghi sul posto ritengono di aver verificato e ricontrollato usando tutte le giuste fonti. Posso solo dare dati Onu, altri possono avere numeri diversi”.
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