Matteo Renzi e le toghe “rosse”. Nuovo scontro ieri mattina al tribunale di Firenze fra il leader di Italia viva e il procuratore aggiunto Luca Turco. Renzi, a cui da buon toscano non manca certamente il senso della battuta, si è presentato in aula con alcuni quaderni rossi che hanno immediatamente suscitato la curiosità dei numerosi giornalisti presenti. “Quaderni rossi perchè il pm Luca Turco è notoriamente iscritto a una corrente che voi giornalisti avete ribattezzato rossa” ha risposto Renzi, riferendosi quindi ai trascorsi correntizi del procuratore aggiunto fiorentino in Magistratura democratica, lo storico gruppo di sinistra delle toghe. L’ex premier ha anche spiegato che il quaderno “contiene tutti gli atti illegittimi fatti da Turco”.

“Noi abbiamo rispettato la legge, lui no. Come quando ha inviato del materiale che avrebbe dovuto distruggere e lo ha inviato al Parlamento”, a proposito delle sue mail e delle chat finte, in violazione delle prerogative parlamentari nel fascicolo Open.Siamo di fronte – ha poi detto – a un processo all’incontrario in cui l’accusa pur di attaccarci non ha rispettato la Costituzione, le sentenze della Corte di Cassazione e la legge. Il quaderno è un atto che abbiamo consegnato al Consiglio superiore della magistratura e anche in udienza abbiamo chiesto che entri negli atti del processo” per le presunte irregolarità riguardo ai finanziamenti per la fondazione Open. L’ultima parola spetterà al gup Sara Farini la cui decisione è attesa alla prossima udienza.

Il quaderno si compone di 42 pagine e contiene i 20 capi di accusa dell’esposto – annunciato il 27 gennaio scorso a Firenze e presentato a febbraio – ai fini di un’eventuale azione disciplinare nei confronti di Turco. Nella prima pagina del quaderno è riportata una frase di Montesquieu:La libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono”. Alla prossima puntata.