Mentre Matteo Renzi è pronto a far sentire il proprio peso e quello dei suoi parlamentari in vista del voto sul Quirinale, con tanto di grandi manovre centriste assieme a Coraggio Italia di Toti e Brugnarno, con tanto di ipotesi di una ‘federazione’ parlamentare, Italia Viva perde pezzi.

Dal partito renziano se ne va sbattendo la porta Leonardo Grimani, 49enne senatore umbro che già da tempo aveva fatto trasparire malumori per la direzione presa da IV su alcuni temi. 

Le parole di Grimani in una lettera in cui annuncia il passaggio al Gruppo Misto di Palazzo Madama sono particolarmente dure. Per Grimani “la spinta del progetto riformista, cosi come concepito con l’adesione ad Italia Viva si è, a mio avviso, esaurita e va aperto un confronto nell’area del riformismo con un momento di riflessione approfondito”.

Nel mirino c’è l’abbandono ormai definitivo a una possibile alleanza progressista, quella col Partito Democratico di Enrico Letta. Secondo Grimani “l’obiettivo di combattere i populismi che tanti danni hanno prodotto nel nostro Paese ma ciò non può essere fatto in una logica di equidistanza tra centro destra e centro sinistra”.

Grimani, che aveva seguito Renzi in Italia Viva uscendo dal Partito Democratico, spiega poi un una intervista a Repubblica che non farà ritorno tra i Dem: “Non è un bus da cui si scende e si sale. La scissione è stata lacerante e dolorosa, e questo produce dispiacere e anche risentimento”. L’ipotesi è quella di cercare spazio in Azione di Carlo Calenda, anche se il senatore umbro glissa: “E’ una esperienza a cui guardo con interesse, ma non ho deciso“.

Quanto alla tenuta dei gruppi parlamentari di Italia Viva, Grimani lancia un campanello d’allarme a Renzi. Se per lui si è trattata di una scelta “del tutto personale, non ho fatto proseliti”, l’ipotesi di uno spostamento a destra del partito potrebbe creare altri malumori. 

Lo conferma lo stesso senatore: “La situazione è ambigua, tant’è che Teresa Bellanova, Gennaro Migliore e Isabella Conti hanno precisato che loro nel centrodestra non ci vanno”.

Il punto, ribadisce Grimani, è che Renzi “non ha chiarito” se ci sarà “un ancoraggio al polo progressista” nella strategia di costruire “un’area riformista che sia alternativa ai populismi”. Anche l’ormai ex senatore di IV spiega di avere “dubbi sul rapporto con i 5 Stelle, che sono diventati alleati del Pd in modo strutturale. Ma non mi ci vedo in un rapporto politico con la Lega e Fratelli d’Italia. Se si lavora in questa prospettiva, per me non va bene”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia