La pandemia ha acceso i riflettori non solo sulla rete sanitaria delle regioni ma anche su quella della polizia locale, chiamata a effettuare i controlli per il rispetto delle regole istituite dal Governo nazionale e dalla Regione sui limiti agli spostamenti o sugli orari del coprifuoco. Quanto investono, quindi, i Comuni in ordine pubblico e sicurezza? Il Comune di Napoli davvero poco: 78,05 euro pro capite. Il capoluogo partenopeo finisce così agli ultimi posti della classifica stilata da Openpolis ed è molto lontano dalla spesa sostenuta dal Comune più virtuoso: Firenze investe in sicurezza e ordine pubblico 147,05 euro pro capite, seguita da Milano e Venezia con una spesa di 143,93 euro pro capite per la città lombarda e 143,93 per il capoluogo veneto. In fondo alla lista, invece, c’è Messina che investe solo 54,71 euro pro capite per questa voce di bilancio.

I dati sulla spesa dedicata all’ordine pubblico e alla sicurezza fanno riferimento al 2019, quando l’emergenza Coronavirus e i conseguenti provvedimenti restrittivi non erano altro che la trama di un film distopico. Al momento non sono ancora disponibili i dati aggiornati. Certo è, comunque, che non tutti i Comuni erano preparati allo stesso modo per affrontare l’emergenza e la conseguente mole di lavoro per la polizia locale. La difficoltà del Comune di Napoli nel gestire le conseguenze sociali del virus è venuta fuori in fretta, quando in città c’erano pochi controlli ed è stato necessario l’intervento dell’esercito, o durante le proteste scoppiate pochi giorni fa dopo l’annuncio di un probabile lockdown, quando è esplosa la rabbia dei manifestanti.

In questi mesi di emergenza in tutti i territori del Paese è stata massiccia la presenza in strada delle forze di polizia locale. Non è un caso, infatti, che già a marzo il capo della polizia di Stato, Franco Gabrielli, abbia emanato una circolare con cui si riconosce l’indennità di ordine pubblico anche per la polizia locale. Secondo l’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, nel 2018 erano attivi in Italia oltre 60mila operatori di questo corpo di competenza degli enti comunali. Questi ultimi indicano le spese relative all’ordine pubblico e la sicurezza in due voci: “polizia locale e amministrativa” e “sistema integrato di sicurezza urbana”. La prima comprende i servizi di polizia municipale e locale, al fine di garantire la sicurezza anche in collaborazione con altre forze dell’ordine. Questo significa che si investe per la prevenzione e la repressione dei comportamenti illeciti, in un ampio raggio di ambiti, sul territorio di competenza dell’ente. Non sono incluse le spese della polizia provinciale. Il “sistema integrato di sicurezza urbana” include, invece, le attività a supporto del comparto, come i piani e i programmi connessi all’ordine pubblico e alla sicurezza, la predisposizione e l’attuazione della normativa o la promozione della legalità del diritto alla sicurezza.

L’Anci, inoltre, considera quattro ambiti principali di polizia: amministrativa, stradale, di sicurezza e giudiziaria. Per presenze e attività, le categorie più importanti sono le prime due. Per quanto riguarda la polizia amministrativa, l’attività più importante dal punto di vista quantitativo è rappresentata dai controlli anagrafici (il 64,7% del totale degli interventi). Seguono a distanza gli accertamenti nell’ambito del commercio (20,9%) e ambientali (10,6%). Sono minoritari gli interventi nell’urbanistica (1,6%), nell’anticontraffazione (1,2%) e i trattamenti sanitari obbligatori (1,0%). Le attività della polizia stradale sono invece quelle che, tradizionalmente, la popolazione lega all’immaginario dei vigili urbani. Si tratta di interventi di controllo, azioni sanzionatorie, accertamenti di illeciti, rilevazioni di incidenti stradali o ritiro dei documenti. La polizia di sicurezza, invece, si occupa principalmente di interventi di ordine pubblico e identificazione dei cittadini stranieri. Quella giudiziaria. infine, si concretizza negli atti formali, come le denunce, gli arresti, le informative ad altre autorità, i sequestri penali e le indagini.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.