“Per tornare a volare alto dobbiamo sfidare il vento del ‘si è sempre fatto così’, dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con tutte le idee e dobbiamo decidere se essere dei segnavento degli umori del momento o se correre controvento e ritornare a volare”. Con un post apparso su Facebook e sul Blog delle Stelle, l’Associazione Rousseau annuncia quella che sembra essere una era e propria discesa in campo.

La compagnia di Davide Casaleggio sulla quale si appoggia il Movimento 5 Stelle per consultare la sua base elettorale ha anticipato che il prossimo mercoledì 10 marzo verrà presentato il “Manifesto ControVento”, un documento che “vuole essere un codice etico di riferimento” per le iniziative dell’associazione al fine di “poter esercitare pienamente quel ruolo di garanzia che consenta metodi e processi di partecipazione più trasparenti e una sempre più attenta tutela dei diritti di cittadinanza attiva e digitale dei cittadini“.

Un post che ha di fatto indispettito gli esponenti grillini. Il deputato ed ex sottosegretario alla Cultura nel primo governo Conte Gianluca Vacca lo ha definito un “attacco al Movimento”, annunciando la frattura “ormai insanabile” con l’associazione.

“La nascita del manifesto ControVento conferma le mie preoccupazioni, ovvero che Rousseau è un partito politico nel M5S che lavora contro il Movimento e con i soldi dei suoi parlamentari”, ha commentato il sottosegretario agli Interni Carlo Sibilia.

“Per quanto mi riguarda – attacca la capogruppo 5 Stelle in Regione Lazio Roberta Lombardi – è più di un anno che è arrivato il momento di dire basta ad un malsano e volutamente opaco intreccio di competenze e ruoli tra M5S e Associazione Rousseau. Forse la legittima richiesta di trasparenza e ridefinizione dei ruoli da parte nostra ha causato le continue provocazioni di questi mesi”.

E ancora il deputato Sergio Battelli, le deputate Mirella Liuzzi e Federica Dieni: nel Movimento la mossa è stata accolta con scetticismo e l’imperativo tra i grillini sembra uno solo: disiscriversi. Abbandonando l’associazione i parlamentari eviterebbero di corrispondere i 300 euro richiesti mensilmente da Casaleggio, anche se resta il dubbio sulle conseguenze politiche del gesto: verrebbero esclusi anche dal gruppo? A decine si dicono pronti a sottoporre il quesito al capo politico reggente, Vito Crimi, che proprio nei giorni scorsi aveva invitato i ritardatari a saldare i debiti contratti con Rousseau fino al mese di dicembre 2020.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.