“Quanto avranno in pagella i magistrati che hanno sbattuto in carcere preventivo il sindaco di Lodi? Perché il 96% dei pm hanno voti altissimi, una media quasi da 10, nella loro valutazione quadriennale”. Lo chiede Alessandro Sallusti, neo direttore di Libero, nel corso della presentazione al teatro Sannazaro a Napoli del libro “Il Sistema” realizzato insieme all’ex magistrato Luca Palamara. Libro che ha aperto solo una “crepa” sul mondo della magistratura italiana e sui rapporti tra le varie correnti, la politica, le lobby e i servizi segreti. “Ora si deve andare avanti perché siamo di fronte a una storia monca e il mio impegno sarà cercare altri pezzi perché questo primo libro ha dimostrato molto interesse nell’opinione pubblica”.

Tornando all’ennesimo accanimento giudiziario contro Simone Uggetti, Sallusti non ama generalizzare ma teme che “il sistema” da lui descritto nel libro “si faccia scudo della maggior parte dei magistrati onesti. Ci sono tanti pm bravi così come tanti giudici, ad esempio quelli che hanno assolto a Milano con formula piena il sindaco del Pd di Lodi che si era fatto un mazzo tanto per essere eletto. Per provare a essere credibili, bisogna iniziare a cambiare queste valutazioni”. Parole che hanno generato il consenso dell’ampia platea presente al Sannazaro, nell’evento organizzato dall’ex onorevole Amedeo Laboccetta, presidente dell’associazione culturale Polo Sud.

Il dibattito, moderato dal giornalista Simone Di Meo, è andato avanti per circa due ore e, oltre ai due autori del libro, ha visto la partecipazione dei giudici Carlo Nordio, Arcibaldo Miller e Luigi Bobbio (ex pm e politico) e degli avvocati Vincenzo Maiello, Domenico Ciruzzi e Nicolas Balzano. Presente in platea anche Catello Maresca, alla sua prima uscita ufficiale da candidato sindaco di Napoli.

“Non sono un esperto di giustizia e credo che questo sia stato il segreto, la novità, di questo libro” precisa Sallusti nel suo discorso introduttivo. “Il Sistema” è nato “dal confronto tra un incompetente e un competente e non è stato facile perché avevo ben 200 ore di registrato e l’app per sbobinare non capiva la cadenza romano-calabra di Palamara, quindi è stata una faticaccia”.

Sallusti si sofferma sul mondo dell’informazione “complice di questo sistema per mille motivi: per ideologia, cialtroneria, manie di protagonismo. Tanti mie colleghi ora dicono ‘eh ma già si sapeva qualcosa’, ‘cretino perché allora non l’hai scritto?’ ho risposto”. Poi aggiunge: “La mia categoria ha enormi responsabilità. Anche io quando ero al Corriere della Sera all’epoca di Tangentopoli so bene che cosa abbiamo fatto: ci siamo sdraiati a tappetino davanti ai pm quando la gente veniva buttata in carcere”.

Poi annuncia l’intensione di dare un seguito alla prima “crepa” aperta da Palamara: “Non so se ci ha raccontato tutto o se ci sono cose che non ha intercettato nel suo percorso. Il libro ha dimostrato che l’opinione pubblica è interessata. Questa storia è monca e va raccontata appieno. Il mio compito adesso sarà quello di trovare altri pezzi anche perché è vero che la maggior parte dei magistrati è onesta ma è altrettanto vero che per fare carriera bisognava passare per forza di cose dal sistema: per andare in Nazionale o in Champions ti dovevi rivolgere a loro“.

Sulla riforma della giustizia, Sallusti si mostra scettico sull’attuale maggioranza di governo: “Non dimentichiamoci, per non fare gli ipocriti, che due leader dello schieramento politico attuale sono sotto lo schiaffo della magistratura e lo sono in maniera pesante. Mi riferisco a Berlusconi e Salvini”.

Per l’avvocato Nicolas Balzano “è impossibile una riforma della giustizia se il Parlamento non attua un provvedimento preliminare di cautela”. Ovvero “ripristinare l’immunità parlamentare almeno durante tutta la durata del percorso riformatore perché i magistrati la riforma non la vogliono e fioccheranno avvisi di garanzia a scopo intimidatorio”.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.