Una mail “galeotta” e mai valorizzata prima di adesso apre scenari fino a oggi nemmeno lontanamente immaginabili circa il funzionamento del micidiale virus “trojan”, il software che trasforma il cellulare in una microspia. Scenari su cui sarebbe opportuno far luce senza alcun indugio. Tutto nasce da una richiesta di chiarimenti da parte di Raffaele Cantone dopo che il Riformista aveva pubblicato la notizia, lo scorso marzo, che la cena fra il procuratore Giuseppe Pignatone e Luca Palamara, la sera del 9 maggio 2019, era stata, a differenza della versione ufficiale, registrata con il captatore inoculato nell’Iphone dell’ex presidente dell’Anm.

Ma andiamo con ordine. Sono le 21.39 di domenica 26 maggio 2019. Fra poco più di ventiquattrore esploderà il Palamaragate con la fuga di notizie dell’indagine della Procura di Perugia a carico dell’ex zar delle nomine al Consiglio superiore della magistratura. L’ingegnere Duilio Bianchi, responsabile divisione Ip della Rcs, la società che ha noleggiato il trojan alla guardia di finanza, accende il pc e scrive una mail al luogotenente Domenico Bilotti e al maresciallo Gianluca Burattini. Rcs è una delle società leader in Italia nel settore degli ascolti. Oggetto della mail è “l’intercettazione telematica attiva” relativa al procedimento penale a carico di Palamara. «Faccio presente – scrive Bianchi ai due sottufficiali del Gico – che è assolutamente sconsigliabile e rischioso impostare delle registrazioni più lunghe di otto ore giornaliere mediante il captatore informatico». «Tra le conseguenze principali – prosegue l’ingegnere – dovute ad impostazioni non adeguate (come ad esempio quella di 11 ore da voi impostate nella giornata odierna e quella di 14 ore complessive per domani 27-05) ci sono: il surriscaldamento della batteria; il consumo enorme di traffico dati e di spazio sul dispositivo; il blocco del terminale e conseguente interruzione di servizio del captatore informatico».

Domanda: come faceva l’ingegnere Bianchi a conoscere le programmazioni trojan da parte della guardia di finanza?
La mail è entrata in possesso del consulente della difesa di Palamara, l’ingegnere Paolo Reale. Il consulente fa notare che questa mail non è una risposta a precedenti mail (dovrebbe apparirebbe il classico ‘Re’ o altre sigle simili).
«Se non sollecitata da una puntuale richiesta degli operanti potrebbe sembrare come una sorta di attività di controllo e verifica dello stato delle intercettazioni in corso da parte di Rcs». Boom. E farebbe crollare quanto affermato in questi mesi relativamente al fatto che il controllo delle intercettazioni era affidato esclusivamente alla polizia giudiziaria. Se la Rcs poteva vedere come veniva programmato il trojan non è escluso che potesse anche ascoltare le registrazioni. Con tutte le conseguenze del caso.

Bianchi è al momento indagato dalla Procura di Firenze per frode in pubbliche forniture. Cosimo Ferri, magistrato e deputato di Italia viva, ascoltato con il trojan di Palamara all’hotel Champagne, aveva presentato un esposto segnalando varie anomalie sul server da parte di Rcs. La società, in violazione di quanto previsto dalle norme e dal contratto, pare avesse predisposto un server intermedio presso la Procura di Napoli dove venivano fatti transitare i dati. Il procuratore di Napoli Giovanni Melillo aveva però dichiarato di non esserne a conoscenza.